Bergamo, crede di morire e spaccia: "Volevo lasciare l'eredità ai parenti"

Arrestato un pensionato 61enne, che in aula si è difeso: per una grave malattia, pensava che gli servissero i soldi per il suo funerale

Una pattuglia dei carabinieri

Una pattuglia dei carabinieri

Rovetta (Bergamo), 4 dicembre 2018 - Gli era stata diagnosticata una brutta malattia, difficile da debellare (dalla quale in seguito è guarito). Temendo di non farcela a vincere il male, e di morire, un pensionato 61enne di Rovetta, per non lasciare i suoi familiari senza un’eredità sostanziosa e senza il denaro sufficiente per pagare il suo funerale, si è trasformato in uno spacciatore di cocaina. L’attività illecita, però, è durata solo qualche settimana.

A scrivere la parola fine alla carriera criminale dell’uomo, che è incensurato, sono stati domenica pomeriggio i carabinieri di Clusone, che nei giorni precedenti avevano ricevuto una “soffiata” riguardante l’anziano e improvvisato pusher. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, i militari si sono imbattuti nel 61enne e si sono ricordati della descrizione della sua auto, una Fiat Tipo. Lo hanno quindi fermato e nella vettura hanno rinvenuto sette palline termosaldate. Il resto della sostanza stupefacente i carabinieri lo hanno trovato in una legnaia di proprietà del pensionato, vicino alla sua abitazione, a Rovetta. Complessivamente il 61enne è stato trovato in possesso di 15 grammi di cocaina e di 1.800 euro, provento dell’attività illecita. L’uomo è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e ieri mattina è stato processato per direttissima.

Iin aula il 61enne ha affermato di aver intrapreso la carriera criminale per lasciare soldi in eredità ai parenti. «Ho iniziato a spacciare perché, dopo che mi era stata diagnosticata una brutta malattia, temevo di morire e non volevo lasciare i miei parenti senza soldi. Il denaro guadagnato con la vendita della cocaina sarebbe servito anche a pagare le spese del mio funerale».

Il giudice Alessandra Chiavegatti ha convalidato l’arresto dell’uomo, ma ne ha disposto la liberazione. Il processo, su richiesta del difensore del 61enne, l’avvocato Fabrizio Manzari, è stato rinviato al 18 gennaio per la sentenza.