Solza, prese a fucilate il figlio e resta in cella: "Ma io ho sparato contro la porta"

"Il ferimento è stato un incidente". Si è difeso così il padre ieri mattina durante l’interrogatorio in carcere

Il garage della casa

Il garage della casa

Solza (Bergamo), 14 luglio 2019 - «Non ho sparato a mio figlio, ma contro la porta basculante del garage. Il suo ferimento è stato un incidente». Si è difeso così, ieri mattina durante l’interrogatorio in carcere, che si è tenuto davanti al gip Marina Cavalleri, M.B., il 56enne disoccupato che mercoledì pomeriggio, una manciata di minuti prima delle 14, nel garage sottocasa, ha esploso quattro colpi con un fucile da caccia calibro 12 (detenuto illegalmente), raggiungendo e ferendo (per fortuna in maniera non grave) al braccio destro e al petto il figlio di 29 anni: quest’ultimo, pur ferito, ha avuto la prontezza di riflessi di abbassare la saracinesca del box (nella foto) e di rinchiudervi all’interno il padre, che è stato successivamente arrestato dai carabinieri di Calusco d’Adda.

Al termine dell’interrogatorio di ieri mattina, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto e ha disposto nei confronti dell’uomo, difeso dall’avvocato Dimitri Colombi, la misura della custodia cautelare in carcere con le accuse di tentato omicidio e porto abusivo di arma. All’origine dell’episodio, ci sarebbe una lite in famiglia, l’ennesima in una situazione piuttosto delicata. Ad acuire il tutto, mercoledì, il fatto che M.B. si era impossessato di 20 euro che servivano alla nonna materna del 29enne per fare la spesa.

Il figlio si accorge del furto e chiede al padre di restituirli. È a quel punto che scoppia il litigio. Interviene anche la moglie del 56enne, che però non si calma. Anzi. L’uomo entra nel garage di famiglia e da uno scaffale afferra il fucile e spara quattro colpi contro il 29enne. La madre nel frattempo ha avvertito i carabinieri che arrivano nel giro di pochi minuti e arrestano M.B., che nel frattempo è stato rinchiuso nel box. «Scusate, ma sono senza lavoro ero disperato», dice prima di essere rinchiuso nella casa circondariale di Bergamo.