Siccità, in 61 comuni bergamaschi l’acqua da centellinare

Sorgenti secche: invito dal gestore idrico a limitarsi all’uso umano. Dalle valli alla Bassa è allarme per 122mila abitanti

La siccità, poca acqua nei fiumi e torrenti

La siccità, poca acqua nei fiumi e torrenti

Bergamo -  Se la Lombardia conta i mesi senza precipitazioni, inizia a farsi preoccupante anche per il territorio bergamasco il problema della siccità. Non piove da mesi e dando un’occhiata alle previsioni per la prossima settimana non sembra che siano in arrivo acquazzoni consistenti. Per questo Uniacque, la società che gestisce l’erogazione dell’acqua nella Bergamasca, ha inviato i sindaci di 61 Comuni sparsi fra Valle Imagna, Val Brembana, Val Seriana e Isola Bergamasca - un bacino di circa 122mila cittadini - a farsi promotori di un appello alla popolazione: visto il periodo - è il senso dell’invito - non bisogna sprecare nemmeno una goccia d’acqua. "A causa di questo lungo periodo di scarse precipitazioni – spiega l’amministratore delegato di Uniacque, Angelo Bertocchi –, la nostra società ha registrato una progressiva riduzione della disponibilità di acqua delle sorgenti. Per affrontare il periodo di criticità, chiediamo la collaborazione attivi di tutti gli amministratori comunali, affinchè invitino i cittadini all’utilizzo dell’acqua potabile solo e unicamente per usi idropotabili e non per usi diversi, come lavare l’auto o innaffiare giardini".

L’area sorvegliata speciale da Uniacque è quella dei territori serviti da sorgenti idriche minori, che sono particolarmente in difficoltà perché non possono contare su bacini sotterranei di riserva, a differenza delle sorgenti maggiori, come la Nossana a Ponte Nossa e Algua a Bracca, che infatti non sono particolarmente in difficoltà. Per i cittadini è stato stilato un decalogo con indicazioni pratiche per una riduzione effettiva dei consumi. E quindi, sì all’utilizzo di limitatori di flusso ai lavandini, niente lavastoviglie o lavatrici mezze vuote, scordarsi di lavare la vettura proprio in questi giorni di siccità, usare la doccia anziché la vasca, annaffiare piante o giardino solo con acqua recuperata o sistemi a goccia. E se la pioggia dovesse continuare a farsi desiderare, Uniacque, che invita a non parlare di allarme ma di uno stato di precauzione, ha già predisposto un piano di intervento capillare che consentirà di mettere tempestivamente in campo tutte le strutture per garantire l’erogazione del servizio in tutto il territorio gestito. "Servendoci delle sorgenti più grandi o dei pozzi - precisa Bertocchi -, potremo portare l’acqua mediante l’utilizzo di autocisterne e altri strumenti in grado di trasferire la risorsa idrica dove necessario. In ogni caso è uno scenario poco verosimile, che si verificherebbe solo se non dovesse piovere per i prossimi sei-otto mesi".