Si torna in piazza per il 25 Aprile "Resistenza necessaria anche oggi"

Oltre 3.500 persone a Bergamo al corteo che è tornato a sfilare in città, pensando all’invasione dell’Ucraina

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di Michele Andreucci

Una folla che non si vedeva da anni. Oltre 3.500 persone sono scese ieri mattina in piazza a Bergamo per festeggiare il 25 Aprile, come non si faceva da due anni a causa della pandemia. La guerra in Ucraina, come era prevedibile, è stata al centro della manifestazione e dei discorsi ufficiali.

Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, nel corso del suo intervento, ha ribadito la necessità di sostenere, anche con le armi, la resistenza contro l’invasione russa. "È necessaria la Resistenza anche oggi – ha sostenuto il primo cittadino del capoluogo orobico –, dove la giustizia e la dignità vengono calpestate. Aiutare l’Ucraina è un nostro dovere, invece ancora molti predicano una equidistanza che non è possibile, anche perché quella di Putin è una guerra contro tutte le democrazie. Tutti siamo per la pace ma la pace non si ottiene solo con le bandiere. L’appello alla pace non significa arrendersi di fronte alla prepotenza. Poter celebrare insieme dopo due anni è bello, ed è ancora più bello dopo le notizie sulle elezioni in Francia".

Concetti che sono stati ribaditi dal giornalista e scrittore Marco Damilano, che ha ricordato l’importanza di lottare per i diritti e per la democrazia, anche con la forza "perché il pacifismo non è soltanto aspettare".

Il presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi, ha ripercorso vari episodi della Resistenza bergamasca. "E il peso della memoria da portare con onore e con l’impegno di non dimenticare".

"Bisogna lottare per i valori della giustizia e della libertà – ha invece sottolineato durante il suo discorso Carlo Salvioni, presidente del comitato antifascista di Bergamo –. Il non voler dare le armi agli ucraini è in contraddizione con il riconoscere che ci sono un aggressore e un aggredito. Questo è il punto dirimente".

Nel corso del corteo, che si è snodato, a partire dalle 9,30, per le vie del centro cittadino, i ragazzi del Progetto Adriana, che si battono per cancellare dalla toponomastica personaggi legati al fascismo, hanno cancellato, coprendolo con alcuni adesivi con la scritta “partigiana“, il nome di Antonio Locatelli sui cartelli dell’omonima via. Lo stesso hanno fatto con la statua vicino alla funicolare. Al suo posto, l’effige della partigiana bergamasca Adriana Locatelli.

Il lungo serpentone ha raggiunto anche la lapide di Ferruccio Dell’Orto, lo studente 17enne ucciso l’8 febbraio 1944 dai fascisti. In via Pignolo il sindaco Giorgio Gori si è fermato per un minuto di silenzio. A seguire sono state depositate le corone di alloro alla Torre dei Caduti e al monumento al Partigiano.