Io, creatore di Doc, medico più amato. E ora la nostra serie sbarca negli Usa

Lo sceneggiatore Arlanch: "Il riconoscimento più bello sono le lettere che ci scrivono pazienti e medici"

Il cast di "Doc - Nelle tue mani"

Il cast di "Doc - Nelle tue mani"

Bergamo -  Francesco Arlanch è un autore e sceneggiatore bergamasco di 10 film e 16 serie tv. Nel 2017 ha ricevuto la richiesta di scrivere una serie medical dalla Rai: “Doc - Nelle tue mani“. Un prodotto televisivo, che ha riscosso un successo immediato, diventando la serie più seguita degli ultimi vent’anni. L’alchimia con gli attori e un contesto storico impossibile da immaginare, hanno contributo a rendere la serie un fenomeno di successo mondiale, tanto che Sony ne ha comprato i diritti per farne remake e adattamenti persino negli Stati Uniti.

Al momento è alle prese con la stesura della terza stagione. Ripensa mai agli inizi di questa avventura? "Sarebbe strano non farlo. Ci sono stati una serie di problemi e di ostacoli incalcolabili in questi cinque anni. Avevamo capito che si trattava di un progetto ambizioso, la Rai ha realizzato uno studio di registrazione ad hoc a Roma, però avevamo anche paura: in Italia c’era l’idea che serie come “Grey’s Anatomy“ e “Dr. House“ non potessero funzionare. Per queste ragioni ci siamo confrontati con un team di medici e abbiamo trascorso dei giorni nel reparto di medicina interna dell’ospedale Gemelli di Roma".

Tuttavia avete scelto di ambientare la storia nel fittizio ospedale “Policlinico Ambrosiano” di Milano. "Sì, perché il medico Pierdante Piccioni, sulla cui autobiografia si basa la serie, era primario del pronto soccorso di Lodi, e poi perché avevamo bisogno di uno scenario all’altezza delle aspettative, e quello milanese, con una sanità percepita come più efficiente e con un contesto urbano moderno, sembrava il più adatto".

Ha parlato di ostacoli. Ce ne può raccontare qualcuno? "Stavamo ancora girando la prima stagione quando il 9 marzo 2020 i set sono stati chiusi a causa della pandemia. Fino all’ultimo non abbiamo avuto la certezza di andare in onda, in molti pensavano che sarebbe stato un errore uscire a marzo con questa serie. Io ero convinto che Doc, un racconto basato sulle malattie ma soprattutto sulla speranza che può nascere attraverso di esse, potesse fornire un servizio pubblico prezioso e un momento di sollievo. Così è stato, abbiamo toccato punte di 8 milioni di spettatori, con uno share del 30 per cento".

Come è stato lavorare con Luca Argentero e Matilde Gioli? "Luca Argentero, che interpreta Andrea Fanti, ci ha sorpreso per la sua voglia di calarsi nel ruolo. Matilde con la sua solarità ha reso Giulia Giordano uno dei personaggi più amati della serie".

Il riconoscimento più bello ricevuto per questa serie? "Siamo stati premiati con il Nastro d’Argento ma ricevere lettere di medici e pazienti che ci ringraziano per aver dato visibilità a delle malattie rare è il riconoscimento più appagante, perché vuol dire che abbiamo svolto un lavoro attendibile".