Bergamo, sequestrato e seviziato per giorni perché non aveva pagato la droga

Un ventottenne è rimasto ostaggio di due tunisini che hanno preteso 6mila euro per liberarlo. Si cerca un complice

I due tunisini sono stati arrestati per sequestro di persona finalizzato a estorsione

I due tunisini sono stati arrestati per sequestro di persona finalizzato a estorsione

Bergamo, 23 marzo 2022 - Lo hanno tenuto segregato per cinque giorni. Cinque giorni di terrore e torture per un regolamento di conti per debiti di droga. La prigione ricavata tra quattro mura che una volta ospitava i magazzini generali, nella zona sud di Bergamo, al di là dei binari della ferrovia. Una struttura fatiscente, occupazione di fortuna per chi non ha un alloggio, per i disperati senza tetto e senza fissa dimora. Qui per cinque giorni un marocchino di 28 anni, tossicodipendente (per qualche tempo ha vissuto a Chiari), è stato torturato, picchiato, con un bastone e un filo elettrico: i segni della violenza li ha su tutto il corpo.

Ecchimosi alle braccia, sulle gambe, sul torace. Segni di bruciatura, forse provocate da sigarette. È vivo, il 28 enne, ma quando i carabinieri di Bergamo e Chiari, coordinati dal pm della procura di Bergamo, Emanuela Marchisio, nella notte tra domenica e lunedì sono intervenuti per salvarlo, non si reggeva in piedi. Era sfinito per le sevizie subite. Ora si trova ricoverato in ospedale. Mentre i suoi sequestratori, due tunisini, assistiti dall’avvocato d’ufficio Calvosa, si trovano in carcere, a disposizione del giudice delle indagini preliminari per la convalida. I due devono rispondere di sequestro di persona finalizzata all’estorsione, tortura e resistenza. Una terza persona è riuscita a far perdere le proprie tracce. Sullo sfondo, il giro della droga. I suoi sequestratori avevano chiesto 6mila euro in contanti in cambio della sua liberazione.

Gente determinata , senza scrupoli. Lo ha capito subito il fratello della vittima, che vive a Chiari, quando ha ricevuto messaggi dal contenuto inequivocabile: "Portaci i soldi o ammazziamo tuo fratello". Messaggi whatsapp corredate da foto che immortalavano il 28enne con una coperta addosso sdraiato su un materasso di fortuna con i segni delle torture. Il fratello del marocchino decide di rivolgersi ai carabinieri di Chiari per denunciare il tentativo di estorsione. L’operazione congiunta dei carabinieri hanno localizzato il possibile luogo di detenzione, nella zona della ferrovia, in via Rovelli, a Bergamo. Era stato stabilito in punto dove doveva avvenire lo scambio: denaro per l’ostaggio, lungo i binari. Ma intorno alla mezzanotte i militari hanno fatto un blitz arrestando i due tunisini e liberando l’ostaggio.