Scuola, l’allarme a Bergamo: "Mancano 2.008 cattedre"

Un’altra grossa tegola si abbatte sul sistema che in questi giorni sta cercando di capire come affrontare il rientro post Covid

Distanziamento, mascherine e docenti che mancano: il ritorno sara molto difficile

Distanziamento, mascherine e docenti che mancano: il ritorno sara molto difficile

Bergamo, 2 luglio 2020 - Il fronte scuola, che in queste settimane si trova a dover affrontare i protocolli di sicurezza e le linee guida per prevenire il contagio, a settembre, alla ripresa delle lezioni in classe, si troverà con cattedre vacanti, anche per via dei pensionamenti degli ultimi anni. In tutta Italia, secondo la Cisl si "parla di 85.150 cattedre vacanti", un numero che potrebbe creare non pochi problemi. A Bergamo, molto probabilmente, saranno 2.008 i posti non assegnati nelle scuole di ogni ordine e grado, ma soprattutto un terzo di questi “vuoti“ si avrà sugli incarichi di sostegno, "un aspetto che potrebbe compromettere il pieno diritto all’ inclusione di tutti gli studenti", ha sottolineato Salvo Inglima, segretario generale Cisl scuola provinciale.

L’inizio dell’anno sarà quindi più complicato del previsto: oltre ai tanti interrogativi collegati alle norme anti Covid si acuisce la grave carenza di docenti. Per arginare questo problema, si dovrà fare un massiccio ricorso ai supplenti, con tutte le incognite delle nomine dalle nuove graduatorie ancora da aggiornare. Una situazione, secondo i dati di Cisl scuola Bergamo, che si prospetta drammatica se si guardano i numeri. Dopo i trasferimenti risultano vacanti ben 2.008 cattedre, 33 nell’infanzia (6 di sostegno), 480 nella primaria (227 di sostegno); 725 nella secondaria di I grado (309 di sostegno) e 770 in quella di II (97 di sostegno). Di queste, ben 639 riguardano gli insegnanti di sostegno, cioè docenti specializzati assegnati a classi dove è presente un alunno con difficoltà, allo scopo di favorirne l’inclusione. "Cisl scuola da tempo chiede una necessaria revisione, nell’ottica di una semplificazione e snellimento, delle procedure di reclutamento – ha spiegato Inglima – La scuola in generale e quella bergamasca nello specifico non può pagare un prezzo così alto in termini di inadeguate scelte della politica nazionale. È un obbligo etico, ancor prima che giuridico, quello di poter garantire a tutti gli studenti bergamaschi di avere tutti i docenti in cattedra dal 1 settembre".