Ragazzi investiti e uccisi ad Azzano, il gip concede i domiciliari a Scapin

Il giudice ha deciso di riqualificare l'accusa in omicidio stradale aggravato, perché non ci sarebbe stata la volontà di uccidere

Matteo Scapin, il pm ha chiesto la convalida per omicidio volontario

Matteo Scapin, il pm ha chiesto la convalida per omicidio volontario

Bergamo, 7 agosto 2019 - A poche ore dalla morte di Matteo Ferrari, uno dei due giovani investiti sabato notte ad Azzano, nella Bergamasca, il giudice per le indagini preliminari Vito Di Vita ha interrogato oggi il 33enne Matteo Scapin, a cui il pubblico ministero Raffaella Latorraca ha constestato il duplice omicidio volontario per la tragedia in cui ha perso la vita anche un altro giovane, il primo a morire, Luca Carissimi.

Il gip ha ritenuto di riqualificare l'accusa in omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso e ha concesso gli arresti domiciliari al 33enne di Curno: per il giudice, quindi, non ci sarebbe stata la volontà di uccidere, così come contenstava la Procura. Scapin, rappresentato dai legali Riccardo Tropea e Anna Marinelli, durante l'interrogatorio, avrebbe riefrito la sua versione dell'impatto tra la Mini Cooper che stava guidando e lo scooter su cui viaggiavano i due ragazzi.

"Ho sentito un tonfo sul parabrezza e mi sono fatto prendere dal panico". Così Matteo Scapin si è difeso nel corso dell'interrogatorio. Il giovane ha sostenuto di non aver rincorso con la sua auto la vespa con a bordo i due ragazzi poi morti. Scapin avrebbe poi chiarito quanto accaduto prima dell'incidente, all'interno della discoteca. Adesso sarà l'autopsia fissata per venerdì prossimo a dare nuovi dettagli agli inquirenti. Intanto la procura attende anche gli esiti della perizia cinematica.