Sarnico, imbianchino violenta la cliente e poi confessa agli amici

Condannato a sei anni di reclusione

La vittima ha fatto denuncia dai carabinieri

La vittima ha fatto denuncia dai carabinieri

Sarnico (Bergamo), 3 ottobre 2019 - Ha violentato la connazionale che qualche mese prima gli aveva affidato l’incarico di tinteggiare il suo appartamento e, a margine di una funzione religiosa, ha ammesso quello che aveva fatto con alcuni amici. Per questo un ghanese di 31 anni, residente a Rudiano, in provincia di Brescia, è stato condannato a 6 anni di reclusione per violenza sessuale e tentata rapina, la medesima pena invocata dal pubblico ministero Carmen Pugliese.

L’episodio risale alla mattina del 3 dicembre 2007, a Sarnico. Sono le 9,30, la donna, che adesso ha 48 anni, è sola in casa e sta facendo le pulizie. Il connazionale, che all’epoca aveva 19 anni, si intrufola nell’abitazione attraverso una finestra aperta del seminterrato. Sorprende la vittima e, sotto la minaccia di un coltello, la afferra per i capelli e la trascina prima in bagno e poi nella camera da letto (nella colluttazione la donna si ferisce ad una mano con il coltello), dove, puntandole l’arma al fianco, la sbatte per terra e la minaccia: «Sono venuto a prendere i soldi, se non me li consegni ti violento. Non ti ammazzo, ma ti devo violentare». Quindi, tenendola con forza pigiata a terra, abusa di lei.

Nonostante l’aggressore abbia agito con il volto parzialmente coperto dal cappuccio della giacca a vento, la 48enne lo riconosce come uno dei connazionali che qualche mese prima, a settembre, aveva lavorato nella sua casa, tinteggiando alcuni locali. Riferisce i suoi sospetti al marito, che, furibondo per quello che è accaduto alla consorte, si mette immediatamente sulle tracce del bruto. Lo rintraccia qualche giorno dopo e lo consegna ai carabinieri della stazione di Sarnico, che nel frattempo erano sulla sua pista. Qualche giorno dopo la violenza, infatti, il ghanese, al termine di una funzione religiosa, aveva rivelato ad alcuni amici quello che aveva fatto e uno di essi era corso ad avvertire i militari dell’Arma.