Sarnico, la scomparsa di Fiorini: un mistero lungo due anni

Il gip ordina altre indagini per fare luce sulla sorte del muratore sparito nel nulla

Le ricerche dei sommozzatori nel lago d’Iseo

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Sarnico (Bergamo), 9 febbraio 2018 - Si riapre il caso di Franco Fiorini, il muratore 45enne di Sarnico di cui si sono perse le tracce il 13 febbraio 2016: il suo corpo non è mai stato trovato e sarà cercato. A dare un nuovo impulso alle indagini è stato il giudice delle indagini preliminari, Lucia Graziosi, al termine dell’udienza sulla richiesta di archiviazione presentata dal pm Emanuele Marchisio.

Il giudice ha accolto le argomentazioni degli avvocati Eleonora Galimberti e Luca Marcarini, del foro di Lodi, che assistono i familiari dell’uomo. Due le motivazioni alla base della opposizione all’archiviazione: la carenza delle indagini e la mancanza di approfondimenti su numerosi aspetti rimasti ancora oscuri. Il giudice ha disposto la restituzione degli atti al pm per la prosecuzione delle indagini «sulle piste indicate dalla difesa». In pratica, ha disposto altri sei mesi di accertamenti, approfondendo in particolare due questioni: patrimonio personale e droga. Parallelamente ha disposto che durante le indagini sia anche approfondita la posizione di una persona, pure scomparsa. Non dovrebbe trattarsi di Fabrizio Garatti, sparito nel nulla tre mesi dopo a Costa Volpino. «Il giudice con estremo scrupolo, ha ritenuto condividibili le argomentazioni proposte - ha spiegato l’avvocato Galimberti - e ha contestualmente indicato i nuovi ambiti che il pubblico ministero dovrà approfondire». Soddisfatti anche i familiari del muratore, il figlio Federico, l’ex moglie Giannina, il fratello e la cognata, ancora oggi drammaticamente sconcertati per la sua scomparsa. «Una decisione che riaccende la loro speranza di conoscere la verità su questo caso».

Un caso di scomparsa che sembrava destinato all’oblio. Infatti il pm, nella sua richiesta di archiviazione, dopo aver escluso l’ipotesi del coinvolgimento di altre persone (il fascicolo era stato rubricato contro ignoti, per il reato di omicidio), era arrivato a paventare un allontanamento volontario e il suicidio, ipotesti a cui i familiari di Fiorini, in particolare il figlio, non hanno mai creduto. È stato proprio Federico, allora studente all’istituto superiore Serafino Riva di Sarnico, residente con la madre ad Adrara San Martino, l’ultimo a vedere ancora in vita il padre a casa sua, in via Faletto, sulla collina di Sarnico, poco dopo le 8 di mattino, prima di andare a scuola. In quell’occasione il papà era in cucina che si stava preparando il caffè e gli aveva anche regalato due accendini per la sua collezione. Era tranquillo. Poi il nulla. A fare denuncia di scomparsa, due giorni dopo, era stato il fratello di Franco, Angelo, pure muratore. I due dovevano andare al lavoro insieme. Ha provato a chiamarlo al cellulare ma era spento. Il suo furgone era stato trovato ammaccato in un parcheggio vicino all’ufficio postale di Sarnico. La sera prima, infatti, il muratore aveva avuto un incidente con una Opel Meriva: Fiorini aveva lasciato il suo cellulare al proprietario dell’auto, dandogli appuntamento per il giorno successivo per definire la questione, mai risolta perché nel frattempo era svanito nel nulla.