Ripescati dai sub nel lago d'Iseo 13 ordigni bellici

Da una settimana militari e sommozzatori sono impegnati nella bonifica. I residuati risalgono alla Seconda guerra mondiale

I sub in azione

I sub in azione

Bergamo, 3 dicembre 2019 - Da martedì scorso sono impegnati a bonificare il fondale del Sebino, al largo del Corno. Sono i militari, una quindicina di uomini, tra cui un infermiere e un medico, del gruppo operativo subacquei (Gos) del comando subacquei ed incursori della Marina militare (Comsubin) con sede a Portovenere. Personale specializzato al comando del capitano di fregata Giovanni Modugno. Operano insieme ai cinque militari del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona del capitano Domenico Palma addetti al disinnesco e brillamento degli ordigni.

In questi giorni di immersione hanno già recuperato 13 ordigni che si trovano nel fondale da anni. I residuati bellici recuperati vengono fatti brillare nella miniera di Cà Bianca, a Parzanica, del cementificio Italsacci. Altri ordigni saranno riportati in superficie nei prossimi giorni. Fino a domani anche la navigazione del lago è vietata. L’ordinanza di divieto, che copre un raggio di trecento metri è stata emessa dall’Autorità di bacino dei laghi di Iseo, Endine e Moro, al fine di consentire agli uomini della Marina militare e dell’Esercito di svolgere la bonifica. Da ricordare che la bonifica dei fondali del lago Sebino è partita dopo il ripescaggio a una profondità di oltre 80 metri di una vettura, una Ford Fiesta, con all’interno un corpo in avanzato stato di decomposizione. L’auto risulta intestata a tal Rosario Tilotta, di cui si erano perse le tracce dal 2004. Ora sono ancora in corso accertamenti per chiarire se quel cadavere appartenga a lui. Che siano operazioni ad alto rischio che richiedono una grande preparazione e concentrazione, soprattutto per chi opera in acqua, è fuori questione. Ma occorre disporre anche di mezzi adeguati: «Abbiamo una camera di decompressione a supporto della nostra attività subacquea - ha spiegato il comandante di fregata - ciò consente ai palombari di poter lavorare più tempo alla massima quota.

Non dobbiamo solo recuperare gli ordigni e metterli in sicurezza, ma anche riconoscerne la tipologia». Gli «astronauti degli abissi», come vengono chiamati, sono in costante addestramento e sotto stretto controllo medico. Corpo e mente devono sempre essere in perfetto equilibrio, visti i rischi che corrono immergendosi a certe profondità. Ma c’è anche l’orgoglio e la consapevolezza di svolgere un importante contributo sociale: «Abbiamo un ruolo importante in ambito nazionale sia quando portiamo soccorso in profondità, per esempio a un sommergibile sinistrato, sia come in questo caso, nella bonifica di ordigni convenzionali che risalgono all’ultima guerra.