REDAZIONE BERGAMO

Relazioni sociali in frantumi. Sempre più minorenni nella rete della ludopatia

Brescia, uno studio stima che nel territorio siano circa 26mila le persone con dipendenza dal gioco d’azzardo e che il 3% dei giovanissimi sia già un giocatore molto problematico.

Relazioni sociali in frantumi. Sempre più minorenni nella rete della ludopatia

Relazioni sociali più deboli, fino ai casi estremi di solitudine, all’interno di una società del “tutto e subito“, caratterizzata dalla ricerca di una risposta immediata del desiderio. È in questo mix esplosivo che, soggetti già fragili, possono restare vittime della ludopatia, dipendenza da gioco d’azzardo difficile da intercettare. Lo rileva il progetto di ricerca-intervento “Promuovere salute di comunità e fronteggiare il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP)“, affidato da Ats Brescia al Centro di Ricerca sullo sviluppo di comunità e i processi di convivenza (Cerisvico) dell’Università Cattolica di Brescia. "La forza del lavoro – ha spiegato Elena Marta, direttrice Cerisvico – sta nel processo di attivazione della comunità, co-costruzione con essa della lettura del fenomeno e di piste di lavoro, e costruzione di legami, per ora in alcuni casi deboli, ma in attesa di potersi trasformare se accompagnati. Altro elemento di interesse è la considerazione del GAP come un elemento che va a compromettere la salute di una comunità, non solo di alcune persone e le loro famiglie, ma un fenomeno che intacca, a diverso titolo, diverse parti della comunità che devono aver voce". Di fatto, per contrastare il fenomeno serve una rete che coinvolga non solo i servizi preposti, ma l’intera collettività. La grande difficoltà, come sottolineato da Claudio Sileo, direttore di Ats Brescia, così come dal direttore sociosanitario Franco Milani e dalla direttrice sanitaria Laura Lanfredini, è la capacità di intercettare chi è affetto da ludopatia. La stima è che nel Bresciano ci siano 26mila persone con dipendenza da gioco d’azzardo e che un 3% dei minorenni sia già un giocatore problematico, ma ai servizi arrivano pochissime persone: si riesce ad agganciare solo 1 su 100.Federica Pacella