Rapine ai minori nei parchi pubblici In manette ventenne senegalese

Indagato anche un connazionale. È un 17enne ritenuto . dagli investigatori . suo complice nei raid

Tra luglio e agosto aveva messo a segno una serie di rapine nei parchi pubblici ai danni di minori minacciati con pistola e coltello. L’autore dei raid è un 20enne di origine senegalese di Brembate arrestato dai carabinieri della Compagnia di Treviglio. Con lui è indagato un connazionale, un 17enne, ritenuto dagli investigatori suo complice. Le indagini hanno permesso di ricostruire le rapine dei due. In particolar in un parco di Osio Sotto il 16 luglio 2020 a danno di un 23enne ed un minorenne di Boltiere, entrambi minacciati per costringerli a consegnare ai malviventi ciò che avevano addosso: denaro contante per 155 euro. Poi in un parco di Osio Sopra il 9 agosto nei confronti di un 14 enne fermato mentre tornava a casa in bicicletta e minacciato di morte con una pistola per sottrargli il telefono cellulare. Infine, il 13 agosto, in un altro parco di Osio Sopra, avrebbe costretto con la pistola tre minorenni del posto a consegnargli i pochi euro che avevano in tasca. Il 20enne è stato condotto nel carcere di via Gleno a disposizione del gip per l’interrogatorio di garanzia, mentre il 17enne, già individuato, al momento è irreperibile. A Lovere sono finiti ai domiciliari tre italiani di origine marocchina con precedenti specifici (una donna di 33 anni e due 20enni) dopo una rapina alla fermata degli autobus a Trescore Balneario ai danni di due minorenni del posto. Le indagini sono state svolte dalle stazioni dei carabinieri di Lovere e Trescore Balneario.

I fatti risalgono al pomeriggio del 18 agosto, quando i 3 hanno avvicinato due ragazzi di 18 e 17 anni in attesa alla fermata del loro pullman, vicino al centro di Trescore Balneario. A un certo punto i rapinatori hanno intimato alle vittime di consegnare il denaro. I due ragazzi sono stati spintonati, a uno è stato strappato il marsupio contenente un pacchetto di sigarette e circa 40 euro. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere del gip del tribunale di Bergamo, su richiesta della procura, sono state eseguite sulla base delle denunce e le risultanze delle indagini, al riconoscimento fotografico, nonché alla visione di filmati della videosorveglianza. F.D.