Raddoppiano i pasti serviti alla mensa, anche i giovani in fila

Nel 2021 l’associazione “Quercia di Mamre“ ha sfamato oltre 59mila persone. "Tra i nostri ospiti ci sono anche tanti bergamaschi"

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A dare una mano a chi è in difficoltà e non riesce a disporre di un pasto caldo a Treviglio ci pensa la mensa “Quercia di Mamre“. Un luogo di solidarietà concreta ed efficace, aperto da qualche anno e sostenuto dal volontariato, ospitato in un capannone di via Rossaro alla periferia sud-est della città. Il servizio della “Quercia“ - che prende il nome da un episodio di Abramo nella Bibbia – ha consentito di assegnare nel 2021 ben 59mila pasti, il doppio rispetto ai 23.604 distribuiti nell’anno precedente e attesta quanto grave e diffusa sia l’emergenza. La “Quercia di Mamre“ non solo garantisce il pasto caldo a molti bisognosi - in età compresa fra i 25 e i 75 anni, perlopiù uomini ma anche alcune donne - attraverso il servizio gratuito gestito dai volontari dell’associazione, ma contribuisce ad assicurare prodotti freschi alle Caritas di Treviglio, Caravaggio, Calvenzano, alla Locanda del Samaritano di Treviglio , alla cooperativa Itaca di Romano, alla Casa di riposo delle Suore di Almenno San Salvatore e alla comunità di ragazze madri a Campisico di Capralba.

I pasti serviti direttamente a tavola tra mezzogiorno e sera sono stati l’anno scorso, in piena pandemia 28.789, ai quali vanno aggiunti tutti gli altri esterni alla mensa di via Rossaro, ovvero con consegne di pasti confezionati a domicilio, ben 30.176 contro gli 8.519 dell’anno precedente. I pasti vengono serviti alla mensa in via Rossaro - dove danno aiuto 80 volontari insieme a giovani stagisti cuochi dell’Abf di Treviglio, dell’Egim di Brembate e dell’Enaip di Melzo – dalle 11,30 alle 12,30 da lunedì a sabato con 28 persone ammesse a turno, servite ai tavoli nel rispetto del distanziamento e dopo il controllo del green pass. Essendo la mensa chiusa di sera, i frequentatori si fanno consegnare il sacchetto con il pasto serale. Costoro sono per il 75% residenti a Treviglio e in gran parte italiani, i restanti arrivano dai paesi vicini, su segnalazione dei rispettivi servizi sociali comunali. La mensa è gestita grazie alla convenzione con il Comune di Treviglio e l’Ufficio di piano e vive anche della generosità di molte realtà commerciali cittadine. Come spiega la vice presidente, Rosalba Forlani: "Operiamo con tanta dedizione per dare una mano a queste persone che vivono in condizioni di grande precarietà anche dal punto di vista alimentare".

Amanzio Possenti