Processo Tizzani, la difesa: Dna trovato sul taglierino non sia prova

Per l'avvocato dell'ex ferroviere il reperto genetico era stato prelevato dal Ris di Parma in assenza del consulente della difesa

Antonio Tizzani e Gianna Del Gaudio (De Pascale)

Antonio Tizzani e Gianna Del Gaudio (De Pascale)

Bergamo, 4 dicembre 2019 - Prima udienza oggi al tribunale di Bergamo del processo a carico di Antonio Tizzani, l'ex ferroviere di 70 anni accusato di aver ucciso, il 26 agosto 2016, la moglie Gianna Del Gaudio, sgozzata nella loro casa di Seriate. Tizzani è arrivato in mattinata su una utilitaria, accompagnato dai figli Paolo e Mario. Al termine dell'udienza Tizzani ha detto ai giornalisti di essere sereno: "Ho la coscienza tranquilla, questa è una vicenda che sto subendo".

Tornando all'udienza, in aula è intervenuto il difensore di Tizzani, l'avvocato Giovanni Agnelli, che ha chiesto l'annullamento di una serie di intercettazioni, fra cui quelle fra Tizzani e alcuni giornalisti. E soprattutto ha chiesto l'annullamento della prova portata dalla pubblica accusa ovvero la presenza del Dna di Tizzani sul taglierino usato per l'omicidio: a detta del legale del pensionato - che è sempre rimasto in libertà e che si dichiara innocente - il reperto genetico era stato prelevato dal Ris di Parma in assenza del consulente della difesa, Giorgio Portera. Secondo la difesa, dunque, il cutter sarebbe stato contaminato con il materiale  genetico di Tizzani, non riscontrati infatti sugli altri successivi confronti e prelievi. 

Il pm Laura Cocucci ha invece ribadito che la comunicazione a Portera era stata regolare. La Corte d'Assise, presieduta dal giudice Giovanni Pelillo, si è riservata di decidere nella prossima udienza, fissata per giovedì 12 dicembre. Poi il dibattimento inizierà a gennaio.

HA COLLABORATO GABRIELE MORONI