Yara, il giorno della difesa: "Omicida è un sadico sessuale, non può essere Bossetti"

L'avvocato Salvagni: "Dovrete essere sicuri oltre ogni ragionevole dubbio che quest'uomo è colpevole, se i dubbi permarranno voi dovrete assolverlo". Legali famiglia Yara: atto sadico, lei preda perfetta

Marita Comi al Tribunale di Brescia (Fotolive)

Marita Comi al Tribunale di Brescia (Fotolive)

Mapello (Bergamo), 6 luglio 2017 - È il giorno delle arringhe difensive al processo d'appello contro Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio. Ad assistere all'udienza, nell'aula del tribunale, ci sono anche la moglie del carpentiere di Mapello, Marita Comi, la madre Ester Arzuffi e la sorella Laura Bossetti. Una settimana fa, nella prima udienza del processo di appello, il pg Marco Martani aveva chiesto la conferma dell'ergastolo e sei mesi di isolamento diurno. Anche questa mattina si sono registrate code davanti al Tribunale di Brescia per assistere al processo. L'avvocato Claudio Salvagni (Ansa)

"SE PERMANGONO DUBBI, ASSOLVETE BOSSETTI " - Nel corso dell'udienza l'atteso intervento di Claudio Salvagni e Paolo Camporini, legali dell'accusato. "Cercheremo di convincervi che i dati presenti nel fascicolo non consentono di condannare Massimo Bossetti e voi dovrete essere sicuri oltre ogni ragionevole dubbio che quest'uomo è colpevole, se i dubbi permarranno voi dovrete assolverlo" ha detto Salvagni, rivolgendosi in particolare ai giudici popolari della corte d'Assise d'appello di Brescia. Il legale, nei primi passaggi ha spiegato che in questa indagine dalla Procura di Bergamo, ma anche dal sostituto procuratore generale in appello e dalla parte civile, "sono arrivate cose incredibili, false e suggestive", e mentre l'accusa in sostanza si è basata solo su questo e "sulle emozioni", l'approccio della difesa "è scientifico, asettico". Secondo l'avvocato, inoltre, attorno al caso di Bossetti si è creato "un cliché", "la gente è stata presa in giro e obnubilata da immagini distorte, questo è il muro che noi vogliamo superare, la montagna ripidissima che vogliamo scalare, tornando a parlare solo di diritto".

"SE PERMANGONO DUBBI, DOVETE ASSOLVERLO" - Nella prima parte del suo intervento Salvagni ha anche ricordato le parole di un giudice della giuria che assolse negli Usa O.J. Simpson, il quale ha detto in sostanza di essere "convinto che fosse stato lui, ma non c'erano le prove". E ancora Salvagni: "Noi siamo sereni che non è Bossetti l'imputato colpevole, ma voi non dovrete giudicare con la pancia se no non arriveremo mai a una sentenza giusta. Dobbiamo trovare il colpevole, non un colpevole". Il difensore inoltre ha spiegato che nell'arringa presenterà ai giudici le "261 criticità" sulla prova del Dna e sempre su questo punto ha chiarito che anche dalla Procura generale "è arrivato un silenzio assordante sulla nostra richiesta di perizia, un modo per cercare la verità, perché noi vogliamo la verità e il colpevole, non un colpevole qualunque, per l'omicidio della povera Yara". Il legale ha accusato la Procura di Bergamo di avere tenuto nel cassetto la foto satellitare del campo di Chignolo d'Isola (Bergamo) dalla quale, secondo la difesa, emergerebbe che il corpo della ragazzina non restò 3 mesi là, una tesi "coerente con l'ipotesi che la traccia di Dna è stata deposta successivamente sul corpo". 

Code all'ingresso del tribunale di Brescia (Alive)"FACCIAMO LA PERIZIA, BOSSETTI NON HA PAURA" - "Facciamole, allora, queste perizie e andiamo a vedere se quel Dna è davvero il suo o se, come crediamo noi, non è il suo" ha detto Salvagni, legale di Massimo Bossetti. "Il pg e la parte civile contestano nostra richiesta di perizia - ha aggiunto - Di cosa c'è paura? E' Bossetti che dovrebbe avere paura se dovesse uscire il suo dna. Ma lì non c'è. E' un imputato che prega per sapere".  Il difensore in questa parte del suo intervento ha anche chiarito che il computer di Bossetti sequestrato e analizzato "non è quello di un pedofilo come dovrebbe sapere chi si occupa di casi del genere". Per il difensore la prova 'regina' del Dna, secondo l'accusa, è soltanto un dato presentato come "roboante ma sbagliato" e "non si può condannare un uomo" sulla base di "71", come sostiene l'accusa, risultati attribuibili a Bossetti "su 101 e gli altri 30?". Per la difesa poi "le sfere metalliche e le fibre" trovate sul corpo della 13enne "non sono indizi" a carico di Bossetti e il furgone ripreso. 

"CORPO RIMANEGGIATO PER DEPISTARE" - E' stato poi il momento dell'avvocato Paolo Camporini secondo il quale il "cadavere" di Yara Gambirasio "è stato rimaneggiato per depistare" le indagini e lo dimostrerebbero il "taglio sugli slip" messo in evidenza, i "tagli sulla schiena sotto la maglietta" e quelli "sui polsi fatti dopo", "chiaro esempio di depistaggio". Nella parte delle arringhe difensive a lui affidata, ha spiegato che l'omicidio della 13enne è stato sì commesso "da un perverso sessuale sadico" che non è però il muratore "dalla vita monacale, regolarissima e senza un'ombra". L'avvocato, anche lui affrontando il 'capitolo' Dna, nel chiedere alla Corte la "perizia", ha aggiunto che Bossetti "ci ha detto 'fate tutte le perizie che voletè, lui la farebbe anche adesso, non ha paura del contraddittorio". La sentenza di primo grado, invece, è "autoritaria e assolutista".

"YARA ERA LA PREDA PERFETTA" - Salvagni e Camporini hanno preso parola dopo gli avvocati di parte civile che rappresentano i familiari della 13enne scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate Sopra e ritrovata morta tre mesi più tardi, il 26 febbraioYara Gambirasio 2011, in un campo di Chignolo d'Isola. Secondo l'avvocato Andrea Pezzotta, uno dei legali della famiglia della giovanissima vittima, Yara "era la bambina più solare del mondo e poteva suscitare solamente sentimenti di tenerezza, ma questo in una persona normale, a nessuno in quest'aula, tranne che ad uno, potevano venire in mente vedendola pensieri sessuali". Il legale, ha chiesto che i giudici d'appello di Brescia confermino la condanna all'ergastolo per Massimo Bossetti, "il cui comportamento di natura sadica altro non è che riconducibile ad una devianza di natura sessuale". Il legale di parte civile ha spiegato che "il dato più brutto in questa vicenda sono le sevizie inferte alla vittima, il dispiego di violenza gratuita che va oltre l'intenzione di uccidere" e la spiegazione di questo comportamento, secondo Pezzotta, starebbe proprio nella natura sadica di Bossetti, che deriva da "una devianza sessuale". Yara, "un povero fagottino nero sotto la pioggia - ha aggiunto - era la preda perfetta per chi ha pulsioni insane". 

"NO AI VIDEO RICOSTRUITI" - In mattinata il presidente della Corte d'Assise d'Appello di Brescia, Enrico Fischetti, è intervenuto sulla richiesta dei difensori di Massimo Bossetti che avevano preannunciato la loro intenzione di proiettare alcuni video e slide in aula necessari, come ha sottolineato l'avvocato Paolo Camporini, per facilitare la comprensione delle linee guida della loro arringa difensiva, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più tecnici come quello del Dna: "In quest'aula non sarà ammessa la visione di video ricostruiti dalla difesa che non sappiamo neanche cosa siano. Il compito di questa Corte è effettuare un controllo sugli atti processuali che sono già corposi, 25 faldoni. Noi non ci lasciamo suggestionare. Avete scritto 258 pagine e i motivi d'Appello e poi presentato altre 110 pagine di motivi aggiuntivi. La discussione deve basarsi su questo". I giudici si sono detti disponibili ad accettare le slide, "purché depurate, vi prego, da ciò che non è contenuto negli atti e nei documenti del processo e nei motivi d'appello", ma i "video non ci interessano, facciamo 20 processi all'anno su omicidi anche gravi, con bambini morti bruciati, e nessuno ci ha mai proposto video". 

LE PROSSIME TAPPE DEL PROCESSO - Non arriverà il 14 luglio, ma il 17 la decisione della Corte d'Assise d'appello di Brescia nel processo di secondo grado a carico di Massimo Bossetti. E ciò stando al nuovo programma d'aula stabilito alla fine dell'udienza di oggi dal presidente Enrico Fischetti, il quale ha anche fatto presente che quel giorno "vorremmo entrare in camera di consiglio presto, perché ci serviranno diverse ore e non vorremmo entrare con l'ansia del tempo". Il prossimo 10 luglio finiranno di parlare i legali di Bossetti che avranno bisogno di tutta la giornata per concludere. Poi il 14 ci saranno le repliche delle parti e eventualmente anche le dichiarazioni spontanee di Bossetti. Dichiarazioni, però, che è probabile slittino al 17 luglio, giorno della camera di consiglio dalla quale la Corte potrebbe uscire con la sentenza o con un'ordinanza di riapertura del processo.

(ha collaborato GABRIELE MORONI)