Bergamo, "sette violenze sessuali": altre accuse per Porcino

L'ex direttore del carcere di via Gleno è ai domicliari, ma si apre un nuovo filone d'inchiesta

L’arresto di Antonino Porcino a luglio

L’arresto di Antonino Porcino a luglio

Bergamo, 19 ottobre 2018 - Da luglio Antonino Porcino - indagato per corruzione, peculato, falso, turbata liceità degli incanti, tentata truffa - è agli arresti domiciliari a casa della sorella, a Reggio Calabria. Ora nei confronti dell’ex direttore del carcere di via Gleno, assistito dagli avvocati Marco e Riccardo Tropea, si apre un nuovo filone d’inchiesta, in cui non si parla di risme di carta, bombole del gas o water ancora imballati, ma di violenza sessuale esercitata facendo leva sulla sua posizione. Una brutta faccenda legata ai rapporti con il personale non appartenente alla polizia penitenziaria, su cui la procura ha voluto far luce. Per questi ulteriori sviluppi, il pm Emanuele Marchisio aveva chiesto per lui il carcere, ma il gip Lucia Graziosi ha accolto solo parzialmente le richieste, applicando a Porcino i domiciliari come misura adeguata.

La nuova inchiesta ha fatto emergere uno scenario raccapricciante: sette gli episodi di violenza che gli sono stati contestati, accomunati - come si legge nell’ordinanza - dagli abusi sessuali, a volte violenti. Fatti ripetuti nei confronti della ex caposala dell’infermeria del carcere di Bergamo, del funzionario pedagogico dell’istituto di pena, della psicologa, di una detenuta, di una operatrice amministrativa e, infine, anche della dottoressa che ha prestato servizio all’ufficio Sert, distaccato al carcere. "Azioni analoghe, rivolte nel senso della sopraffazione sessuale al fine di trarre vantaggio".

Le vittime si trovavano sempre da sole con lui. "In un episodio mi palpò il sedere mentre scendevamo le scale, di fronte agli agenti diceva che avevo un bel c. duro", ha riferito una delle vittime. In un altro caso Porcino avrebbe attratto violentemente a sé un’altra vittima con l’intenzione di baciarla sulla bocca. Dalla disponibilità sessuale poteva dipendere anche un vantaggio di lavoro. Porcino usava anche un linguaggio scurrile e allungava spesso le mani nelle parti intime, atteggiamenti inequivocabili che colpiscono ancora più visto il curriculum: nove pagine fitte di incarichi, docenze, partecipazioni a commissioni disciplinari e d’esame, la reggenza del Provveditorato della Lombardia. Oltre all’ex direttore del carcere, nei guai in questo nuovo filone è finita anche A.C., responsabile dell’infermeria del carcere di via Gleno (dal 2014 al 2017).

Dalle indagini è emerso che la donna, legata da amicizia a Porcino e indagata per peculato, per un periodo si era appropriata con cadenza almeno mensile di confezioni di farmaci che poi venivano consegnati al direttore. All’indagata è stata applicata dal gip la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di tutte le funzioni, per otto mesi.