Poliziotto giocava alle slot in servizio, la confessione in tribunale: ero malato

Processo contro tre agenti. Per l’accusa, anzichè presidiare la città, in diverse occasioni sarebbero stati per circa mezz’ora in un bar-sala giochi

Una volante della polizia (De Pascale)

Una volante della polizia (De Pascale)

Bergamo, 10 luglio 2018 - Ha ammesso anche davanti al giudice del tribunale di Bergamo, Ciro Iacomino, come già aveva fatto davanti davanti al gip Marina Cavalleri, che all’epoca dei fatti contestati, nel 2012, era affetto da ludopatia ed era dipendente dai videopoker. Non solo. Sempre in quel periodo aveva problemi con la moglie, dalla quale si stava separando. S.A., 53 anni, di cui 25 in divisa, ex capopattuglia delle volanti della Questura (adesso è in pensione), è stato il protagonista della nuova udienza del processo che si sta celebrando contro tre agenti appartenenti all’allora ufficio volanti e un collega che era invece in servizio all’ufficio immigrazione di via Noli (l’indagine era partita nell’ottobre 2012 da una soffiata interna alla Questura).

Per l’accusa, anzichè presidiare la città, in diverse occasioni sarebbero stati per circa mezz’ora in un bar-sala giochi di via Borgo Palazzo a tentare la sorte alle slot machine o a bere un caffè. A tutte le ore. Alle 7 del mattino, così come la notte. I quattro devono rispondere di abbandono di servizio (contestazione prevista da una specifica legge sulla polizia di Stato), oltre all’aggravante di aver abbandonato il posto di lavoro durante un servizio di pubblico soccorso e, alcune volte, di aver interrotto il pattugliamento nell’area assegnata.  Sul procedimento, però, incombe la prescrizione, visto che i reati contestati si estinguono in sette anni. S.A., sempre ieri, ha anche spiegato di aver seguito un percorso per curare la ludopatia. Gli altri imputati, si difendono in maniera differente. G.F., 50 anni, sostiene di essersi recato solo una volta nel locale, ma per svolgere un’indagine. A.I., 35 anni, afferma di aver giocato solo un paio di volte, mentre A.I., 34 anni, afferma di essersi fermato nel bar-sala giochi solo per bere un caffè. Tutti, comunque, avevano con sè la radio, in modo da essere pronti in caso di allarme. Il processo riprenderà il 26 settembre.