Bergamo, contro la depressione dei detenuti ora arriva anche la pet therapy

Grazie all’iniziativa in tredici hanno potuto ottenere il patentino di conduttore cinofilo

Pet therapy in carcere

Pet therapy in carcere

Bergamo -  I tempi in cui era considerato l’Hilton delle carceri italiane per la qualità dei servizi offerti ai detenuti sono un pallido ricordo. Ma piano piano, soprattutto grazie alla direttrice Teresa Mazzotta, la Casa circondariale di Bergamo riprende quota. L’impegno principale dei vertici della struttura è quello di aiutare i reclusi verso una vita nuova, che sappia andare oltre l’errore commesso. L’ultima iniziativa è un corso di pet therapy, la terapia che ha come elemento fondante la vicinanza di un animale da compagnia. Negli ultimi mesi, grazie ad un progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo e realizzato dall’associazione pavese DogBliss con la collaborazione del centro cinofilo “Il Biancospino”, nel carcere intitolato a don Fausto Resmini, lo storico cappellano portato via dal Covid, si è concretizzato un progetto che ha permesso di ridurre gli stati depressivi di alcuni detenuti.

Tredici sono stati coinvolti nell’iniziativa, hanno partecipato al corso al termine del quale hanno sostenuto un esame che ha consentito loro di ottenere il patentino di conduttore cinofilo, un riconoscimento assegnato dal centro “Il Biancospino” a tutte quelle persone che dimostrano una buona educazione cinofila, nonchè una sufficiente capacità di gestire i comportamenti del cane in un ambiente urbano o in una comunità. Un attestato che può essere una carta per il reinserimento nella società con nuove competenze. Spiega la direttrice Mazzotta: "I formatori esperti di DogBliss e del Biancospino hanno affiancato queste 13 persone. L’interazione è stata molto positiva: vi è stata una grande apertura, lo sviluppo di forme solidaristiche, il ritorno dell’emotività, di forme di empatia che aiutano tantissimo nella risocializzazione". Esperienze pilota di pet therapy sono state realizzate negli anni scorsi in diverse carceri in Italia. La Casa di Bergamo, che ora conta 528 detenuti, di cui 35 donne (a fronte di una capienza regolamentare di 315), non si è fatta sfuggire l’occasione di partecipare.