Pericolo tsunami sul lago d’Iseo: la frana sotto la lente della Procura

Nessuna ipotesi di reato ma un’indagine conoscitiva per valutare i possibi li scenari. E la cementeria vuole riaprire

Il monte Sarasano incombe sul lago

Il monte Sarasano incombe sul lago

Bergamo - Non c’è un fascicolo aperto, ma una indagine conoscitiva (modello 45, a carico di ignoti) che verte sulla questione della sicurezza. La procura ha deciso di interessarsi alla frana da oltre 2,2 milioni di metri cubi di Tavernola Bergamasca e agli scenari che si possono ipotizzare. La frana si muove ancora. Di poco rispetto all’allarme di fine febbraio, ma sempre troppo rispetto a quanto dovrebbe (2 millimetri al mese). Tanto basta per fare rimanere Tavernola nello stato di allerta "bianco", e quindi al sicuro. Ecco allora che la procura ha avviato, grazie anche al prefetto di Bergamo, Enrico Ricci, tutta una serie di acquisizioni di documenti, in particolare le relazioni delle università di Bologna e Firenze e lo studio fatto a Brescia, per capire quale è il sistema migliore per mettere in sicurezza il versante della montagna. Anche perché ci sono molti aspetti che non bisogna assolutamente trascurare. Questo in attesa della presentazione delle simulazioni sulla possibile caduta della frana, che l’università di Bologna sta preparando.

Per ora si sa solo che, qualora la frana precipitasse nel lago d’Iseo, l’altezza della possibile onda anomala è stata ritoccata, ma solo di mezzo metro, restando in totale sotto i 7 metri. E c’è la questione lavoro. Si sta già discutendo sul futuro dello stabilimento: l’amministrazione comunale di Tavernola, i sindacati e il cementificio ItalSacci si sono confrontati sulla riapertura dell’impianto, la cui attività era stata sospesa dall’azienda il 22 febbraio scorso a causa dell’allerta frana del monte Saresano. Dopo 60 giorni di chiusura e alla luce del consolidato rallentamento del movimento franoso, nei giorni scorsi i rappresentanti delle tre parti - il sindaco Ioris Pezotti, Simone Alloni, segretario della Filca-Cisl di Bergamo, Donato Bianchi, segretario della Fillea Valcamonica Sebino e Agostino Rizzo, direttore tecnico della società - si sono incontrati per fare il punto della situazione, in vista della ripresa dell’attività produttiva. L’azienda ha infatti ribadito ancora una volta che "la cementeria di Tavernola resta un asset centrale per ItalSacci e la società sta facendo tutto quello che è necessario per poter ripartire con la sua attività industriale mantenendo le massime condizioni di sicurezza".