Sotto il Monte, il Papa Buono nella sua città natale: l'abbraccio dei pellegrini

L'arrivo della salma accolto da fiaccolata e maxi schermo. In centinaia sotto la pioggia per rendere omaggio a Giovanni XXIII

testimonianza di fede di un frate al passaggio della teca con le spoglie del pontefice

testimonianza di fede di un frate al passaggio della teca con le spoglie del pontefice

Sotto il Monte (Bergamo), 28 maggio 2018 - Il realizzarsi di quel desiderio di ritorno cullato in vita. Le spoglie di San Giovanni XXIII sono da ieri sera a Sotto il Monte, il paese natale. I colori bianco e giallo del Vaticano. Il campanile della parrocchiale illuminato. È in attesa un intero paese, raccolto in viale Pacem in terris e nel Giardino della Pace, sotto la statua del papa. La gigantografia di Roncalli e sotto la scritta luminosa “Pacem in terris”, a evocare la grande enciclica giovannea. Un maxi-schermo. Tanti lumini. Con i concittadini del Papa santo anche centinaia di pellegrini.

Compare la testa della processione delle fiaccole, con il pick-up trasparente che trasporta la teca, in cammino da Baccanello. Entra in paese e inizia a percorrere lentamente il vialone quando sono quasi le 22. Un po’ di inevitabile ritardo sull’orario previsto. Il cielo è illuminato da lampi improvvisi. Inizia a piovere sempre più forte, si aprono gli ombrelli. È lo stesso festa grande. Le campane, il canto del coro all’arrivo del corteo. Fino all’ingresso della teca, fra gli applausi, nella chiesa di Nostra Signora della Pace; il saluto del sindaco Mariagrazia Dadda e del vescovo Beschi. Epilogo di una giornata densa di commozione. In migliaia a seguire il pontefice bergamasco nella “Peregrinatio” nella sua terra. In mattinata la messa nel Duomo di Bergamo, gremitissimo, una dedica per i poveri e i più fragili. «Abbiamo bisogno – dice nell’omelia il vescovo Francesco Beschi – di giustizia sociale che non si limiti al nostro Paese ma che abbracci tutti i Paesi del mondo. Ma la giustizia non basta, abbiamo bisogno della bontà di Papa Giovanni».

All'ospedale Giovanni XXIII la visita rimanda a quella di Giovanni XXIII al Bambino Gesù di Roma, il Natale del 1962 e al suo incontro con i piccoli ricoverati. Anche a Bergamo viene ricordato un bambino, Leo, il “piccolo guerriero” morto a 10 anni per una malattia rarissima. Da lui, dalla sua storia, nasce l’associazione Eos la stella del mattino, a sostegno dei bambini ricoverati in ospedale. Malati, le loro famiglie, medici, personale, fedeli: sfilano in 2mila davanti alla teca. Sono le 15 quando l’urna, trasferita su un furgone, prende la strada della Valle Imagna. Sono più di 5mila in attesa al santuario della Madonna della Cornabusa, a cui Roncalli era particolarmente devoto. Da Carvico, dove il piccolo Angelo Giuseppe Roncalli ricevette la cresima, si avvia la fiaccolata. Sotto il Monte, approdo finale di una grande giornata.