Sotto il Monte, torna il Papa Buono, il nipote: "Amore e coraggio come Bergoglio"

Beltramino Roncalli: questo cognome richiede più responsabilità ed essere un buon esempio

Beltramino Roncalli

Beltramino Roncalli

Sotto il Monte, 24 maggio 2018 - Oggi ha 79 anni. È un nipote diretto di Giovanni XXIII, figlio di Giuseppe, il più giovane dei dodici fratelli del Papa. Beltramino Roncalli ha trasformato in un piccolo sacrario giovanneo la casa di Sotto il Monte dove vive dal 1946: libri, fotografie, paramenti, tutti tenuti sotto vetro come reliquie.

Che significato ha per un Roncalli l’evento che inizia oggi?

«È un fatto storico per la Chiesa di Bergamo, per Sotto il Monte e naturalmente per la nostra famiglia. Sono molto emozionato. In vita il papa avrebbe voluto tornare a Sotto il Monte, è una gioia enorme averlo qui per qualche giorno. Per noi Roncalli è rinnovare il ricordo dei momenti che abbiamo vissuto con lui a Sotto il Monte. In questi giorni arriva in paese più gente di quanta ne arrivava quando lui è stato eletto papa. Mi chiedo come si farà ad accogliere tutti, ma sono sicuro che ce la faremo. Dalla parrocchia mi dicono che sono arrivati a 70mila prenotazioni, per l’80 per cento comitive in pullman. Poi ci sono gli altri, quelli che verranno con mezzi propri. Alla fine saranno centomila e anche più».

Il suo primo ricordo di papa Giovanni?

«Andavo all’asilo, che era proprio attaccato a Ca’ Maitino, la sua residenza estiva quando era vescovo. La proprietà era della baronessa Scotti, che l’affittava allo zio. Anzi, lui l’aveva presa in affitto anche per le vacanze del 1959, prima di diventare Giovanni XXIII».

E il ricordo di Roncalli papa?

«La prima volta che l’ho visto con la veste bianca. ‘Non è più mio zio cardinale, è lo zio papa’, pensavo. Ero abituato a vederlo vestito di rosso, adesso l’avevo davanti in bianco. Eravamo tutti inginocchiati. Lui, parlando in bergamasco come faceva con noi, ci ha detto: ‘Cosa fate lì? Sono sempre vostro fratello e zio. E non montatevi la testa. È un grande onore ma anche un grande onere’. L’anno dopo ha compiuto ottant’anni. Sono venuti a Sotto il Monte quelli delle rivista ‘Epoca’ e hanno radunato tutti noi Roncalli: dai fratelli del papa ai più piccoli eravamo 104».

Cosa ha significato portare il nome Roncalli?

«Più responsabilità. L’impegno a vivere da bravo cristiano. Cercare di dare un buon esempio. Seguire il suo insegnamento che poi era l’insegnamento dei genitori. Papa Giovanni l’ha detto più volte, lo ripetevo anche a noi: da vescovo scrivevo ai miei genitori, raccontavo di avere visto tante cose, ma le cose più importanti le avevo imparate da loro».

Lei e altri del paese avete detto più volte che Sotto il Monte non sarebbe mai diventata una specie di Disneyland della religione.

«Di gente qui ne è sempre venuta, ha ripreso a venire dopo la canonizzazione. Vengono tanti giovani, specialmente in estate, soprattutto per vedere la casa natale del papa. Oggi c’è una Casa del Pellegrino, si è lavorato molto per l’organizzazione Ma sempre in maniera composta, con discrezione».

Chi è oggi Papa Giovanni?

«Oggi Papa Giovanni è Papa Francesco. Papa Giovanni era uno che non le mandava a dire, Papa Francesco fa lo stesso. Hanno lo stesso amore per la gente. Basta guardare come sono affollate le udienze del mercoledì».