Regalo di Bergoglio a Bergamo: il Papa Buono può tornare a casa

Per pochi giorni l’urna sarà in città e a Sotto il Monte. Evento unico

Papa Giovanni XXIII

Papa Giovanni XXIII

Sotto il Monte (Bergamo), 28 giugno 2017 - Solo pochi giorni giorni, ma l’evento sarà epocale. Indimenticabile. L’urna con il corpo del Santo Papa Buono, Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII, sarà portata nella sua terra natìa. Prima a Bergamo e poi a Sotto il Monte. A darne l’annuncio il vescovo orobico, monsignor Francesco Beschi, tramite una nota diffusa dalla Curia. «Ringraziamo Papa Francesco per questo gesto di amore paterno nei confronti della nostra Diocesi di Bergamo». Già, perché è stato il Pontefice a dare il via libera a questo viaggio speciale «accogliendo benevolmente la richiesta» presentata proprio da monsignor Beschi. Non è stata ancora decisa una data precisa, ma tutto lascia pensare che possa avvenire nel giugno prossimo, probabilmente il giorno 3. Una data non casuale visto che coincide con l’anniversario della morte del Pontefice bergamasco avvenuta nel 1963. «È per noi una gioia grande e una grazia speciale - commenta ancora Beschi -. Pensare al santo Papa Giovanni XXIII che torna nella sua terra, mi ha fatto ricordare quanto lui disse, pochi mesi dopo l’elezione a Pontefice, in un’udienza a un gruppo di bergamaschi: “Vi esorto a progredire sempre nella bontà, nella virtù, nella generosità, affinché i bergamaschi siano sempre degni di Bergamo"».

La diocesi è al lavoro per stendere il programma ufficiale che sarà diramato nei prossimi giorni. Saranno giornate speciali perché, oltre all’anniversario della morte di Papa Roncalli, ci sarà da ricordare anche il 55esimo della sua Enciclica “Pacem in terris”. Il testamento del Papa buono al mondo in cui, concetto quanto mai attuale, si ammoniva la società civile di ricercare il dialogo, il negoziato. Un testo in cui il papa si rivolge a «tutti gli uomini di buona volontà», anche quelli non credenti, perché la Chiesa cattolica guardi al mondo senza preconcetti o appartenenze. Proprio quest’ultimo aspetto viene fortemente evidenziato dal vescovo Beschi: «Dalle profonde radici bergamasche fiorisce la sua preferenza a guardare gli aspetti positivi, più che a quelli negativi e a considerare, nei rapporti con gli altri, ciò che unisce più di che ciò che divide. Una bergamaschicità che determina la sua umanità e la sua spiritualità e diventa pazienza nelle difficoltà, sobrietà nell’uso delle cose, costanza e fiducia. La stessa bergamaschicità che generava serena concordia nella numerosa patriarcale famiglia dei Roncalli, con la disponibilità a condividere con i più poveri quel poco che si aveva. Era la “scuola del cortile” che insegnava a guardare la vita e il futuro con ottimismo e a considerare le persone con stima e fiducia. Guardando a questo frutto della nostra terra, siamo stimolati a ritornare alle nostre radici e soprattutto a rinnovare quella medesima linfa di grazia che ci unisce a lui».