Ortofrutta, dietro gli incendi a Seriate la mano della 'ndrangheta

Entra nel vivo il processo per i quattordici tir bruciati nella notte del 6 dicembre 2015

Le videocamere ripresero l’attentato incendiario avvenuto quasi nove anni fa

Le videocamere ripresero l’attentato incendiario avvenuto quasi nove anni fa

Bergamo, 8 aprile 2021 -  La Gdo (acronimo che sta per Grande distribuzione ortofrutta) come una sorta di “Spectre“. Che sottintende qualcosa di criptico, nebuloso, di affari sottobanco. Udienza del processo per il rogo dei 14 tir nel parcheggio della Ppb servizi e trasporti, di Antonio Settembrini avvenuto a Seriate la notte del 6 dicembre 2015. Un rogo, secondo l’accusa (pm Claudia Moregola e Emanuele Marchisio) con una chiara matrice ‘ndranghetista per accaparrarsi il mercato della grande distribuzione. Sul banco dei testi il titolare della ditta Sab Ortofrutta di Telgate. T.C. di 61 anni. Si parla dei contratti di lavoro. Il 29 marzo 2016 la Sab Ortofrutta aveva organizzato una sorta di gara d’appalto per il trasporto dei suoi prodotti. Avevano partecipano la Ppb, la Mabero e la Frigor Trasporto Orobico di Bellani (quest’ultimo in ottimi rapporti con Papaleo) che si aggiudica l’appalto.

L’esito non va giù a Settembrini, che con la sua Ppb aveva già un pre-accordo con la Sab. La Mabero è riconducibile a Giuseppe Papaleo, qui imputato per essere mandante del rogo alla Ppb per costringerlo a cedergli una parte del mercato. ll titolare della Sab viene incalzato dalla domande. La sua deposizione è infarcita di tanti non ricordo. Così fino a quando il pm Moregola prende la parola e rivolgendosi al titolare della ditta di Telgate dice: "Lei è reticente. Mi parla della Gdo come se fosse la Spectre. Guardi che lei deve dire la verità. Allora, quando ha incontrato Settembrini dopo l’incendio ai tir cosa le ha detto? Ci pensi bene". Risposta: "Mi ha detto che probabilmente a incendiare i suoi camion era stato il titolare della Mabero. Io avevo visto Settembrini perché dopo l’incendio avevo ricevuto delle lamentele, delle pressioni. Insomma, non volevano che quei camion entrassero nelle loro ditte".

Ieri sono stati sentiti anche V. S. titolare della società Ortomercato Siziano (Pavia) vittima assieme ad altri 5 imprenditori, secondo l’accusa, di estorsioni con metodi di stampo ‘ndranghetistico" e costretti a versare nelle mani dei calabresi le somme dovute ai fratelli Santini. Una testimonianza fatta di vuoti di memoria e negazioni. Sentiti anche un imprenditore che ha avuto rapporti di lavoro con Papaleo, e l’ex autista romeno, dipendente della Mabero, che dopo l’arresto di Papaleo porta avanti la ditta.