Oriocenter, sciopero natalizio: il popolo del web si divide

Contrari e favorevoli alla serrata decisa dai sindacati

QUERELLE Su Internet si rimbalzano i commenti relativi al caso: la gente comune appare molto divisa in merito (De Pascale)

QUERELLE Su Internet si rimbalzano i commenti relativi al caso: la gente comune appare molto divisa in merito (De Pascale)

Bergamo, 20 dicembre 2017 - Sciopero a Oriocenter per il 25-26 dicembre: atto secondo. Se l’azienda ha formalmente deciso di non commentare la scelta dell’incrocio di braccia annunciato ieri dalle tre sigle sindacali (il desiderio è quello di non alimentare le polemiche), a prendere posizione pare essere il popolo del web. Ieri i rappresentanti dei lavoratori avevano chiesto proprio ai clienti di dare man forte alle rivendicazioni dei lavoratori “boicottando” il centro commerciale per quei due giorni. Ma la musica pare assai diversa: innanzi tutto non pare esserci un gran fervore sociale sull’argomento. Del resto, da centinaia di anni sono svariate le categorie di lavoratori che prestano i loro servizi durante le feste.

Basta farsi un giro sui social network per accorgersene, per capire che il fronte dei potenziali clienti appare equamente diviso fra favorevoli alla serrata e contrari. C’è, ad esempio, Federica che su Twitter scrive: «Herzberg (psicologo statunitense molto noto nella direzione aziendale nonché padre della teoria dell’“arricchimento del lavoro” oltre lo stipendio, ndr) si starà rivoltando nella tomba».

Il controcanto arriva dal cinguettio di Andrea, professore associato all’Università di Bergamo: «Ridicolo lo sciopero di Natale dei lavoratori di Oriocenter. Verrebbe voglia di andare a cena lì anche solo per reazione al delirio». Un omonimo la butta sul calcolo economico segnando la morale della favola: «Paghi gli straordinari per cambiare i regali, ci rimetti, ma devi tenere aperto perché lo fa anche la concorrenza». Giovanni commenta così Su una testata locale: «Ora i sindacati vogliono farci la morale e insegnarci come e quando si va a fare la spesa. Vogliono convincerci di portare al flop ristoranti e negozi in quei due giorni, mentre al di fuori da Oriocenter bar e ristoranti proprio durante quei giorni sono tutti pieni». Infine Alessandro: «Questi lavoratori non ci stanno dicendo che vengono trattati come merce, ci stanno dicendo che siamo tutti persone prima che consumatori e che l’unica speranza che abbiamo è creare una società per le persone».