Omicidio di Seriate, un rebus come Yara: partita la caccia al nuovo Ignoto 1

Il Dna sui guanti non è del marito di Gianna Del Gaudio: si cerca tra amici e parenti

Gianna  Del Gaudio (De Pascale)

Gianna Del Gaudio (De Pascale)

Seriate (Bergamo), 25 ottobre 2016 - Come una costante nei gialli, nei delitti bergamaschi. Il Dna a lungo indicato come “Ignoto 1” rappresentò il tassello decisivo per risolvere l’enigma della fine di Yara Gambirasio. Un Dna maschile sconosciuto spariglia e potrebbe aprire nuovi scenari nell’enigma della morte di Gianna Del Gaudio, l’ex professoressa sgozzata nella sua casa di Seriate la sera del 26 agosto. Il marito Antonio Tizzani, 68 anni, ferroviere in pensione, è l’unico indagato (a piede libero) per l’omicidio della moglie. Il Dna non gli appartiene e Tizzani segna un punto a suo favore. Le indagini del Ris hanno segnato una svolta. I risultati.

Un sacchetto delle mozzarelle ritrovato il 6 ottobre nella siepe di un piccolo condominio a 400 metri dalla villetta dei coniugi Tizzani. Nel sacchetto un cutter da elettricista e un paio di guanti in lattice. Da questi ultimi è uscita la nuova tessera del rebus. Il sangue sull’esterno dei guanti appartiene alla vittima. C’è però una traccia mista: al sangue della professoressa è sovrapposto un Dna maschile (nonè sangue, forse di saliva o di sudore). Questo codice genetico non porta ad Antonio Tizzani né ai figli, Paolo e Mario. E’ il Dna dell’assassino? Da ricordare che Antonio Tizzani ha parlato di un killer incappucciato e privo di guanti, tanto che notò la pelle scura. O il Dna è trasmigrato dal sacchetto ai guanti e allora potrebbe appartenere a chi ha venduto il sacchetto o a chi lo ha ritrovato? E quale è stato il percorso del sacchetto fino alla siepe dove è stato lasciato? Quanto al taglierino solo certezze. Quello sulla lama e sull’impugnatura è sicuramente sangue di Gianna Del Gaudio e ha contaminato anche il sacchetto. Non ci sono tracce biologiche, né impronte digitali di altri.

Si apre una nuova, complessa fase investigativa. Come per il caso Yara c’è un Dna senza nome da attribuire. Per questo viene messo a confronto con quello di parenti, amici, vicini, persone comunque in rapporto con i Tizzani. Una cerchia di una trentina di persone. Per il momento. «Abbiamo sempre proceduto - dice il colonnello Biagio Storniolo, comandante provinciale dei carabinieri - con prudenza, senza mai tralasciare la pista dell’incappucciato. E’ chiaro che i risultati del Ris aprono un nuovo scenario».

Giorgio Portera, genetista del Dipartimento di biotecnologie mediche dell’Università Statale di Milano, è il consulente della difesa di Tizzani: «L’ultimo accertamento genetico sui guanti in lattice evidenzia la presenza di un soggetto maschile diverso dall’indagato. Questo dato è ovviamente a favore della posizione da indagato di Antonio Tizzani. Il risultato genetico conferma quanto emerso subito dalla scena del crimine. Ricordiamo che i vestiti dell’indagato sono privi di qualsiasi traccia ematica, in una scena del crimine interessata invece da numerose perdite e schizzi di sangue. E’ ovvio che adesso si cercherà chi ha depositato questa traccia e quali sono le circostanze in cui è avvenuto il deposito».