Omicidio Seriate: un punto per il marito. Non è suo il dna sui guanti del killer

Seriate, lo sfogo di Tizzani: "Sono innocente e ho paura"

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Seriate, 25 ottobre 2016 - È un risultato favorevole al marito della vittima, quello che emerge dai test effettuati dal Ris di Parma sui reperti trovati il 6 ottobre in una siepe poco distante dalla villetta di Seriate in cui la notte tra il 26 e il 27 agosto venne sgozzata Gianna Del Gaudio. Sui guanti in lattice trovati nel sacchetto in cui era nascosto anche il coltello usato per uccidere la professoressa di 63 anni c’è il sangue della vittima, ma non c’è il dna di Antonio Tizzani, marito della donna e unico indagato (a piede libero) per l’omicidio.  Il dna trovato non appartiene nemmeno ai due figli della coppia, Paolo e Mario. Si tratta di un dna maschile sconosciuto, che appartiene ad un soggetto ignoto. E proprio questo termine , “ignoto”, richiama inevitabilmente alla memoria l’“Ignoto 1” dell’altro terribile delitto bergamasco, quello di Yara Gambirasio. «Mi sento sollevato, ma temo per la mia incolumità – dice Tizzani, raggiunto nella casa del figlio Paolo dove risiede dal giorno del delitto – L’ho sempre detto: non sono stato io a uccidere mia moglie, chi l’ha fatto è ancora in giro. Io, invece, non esco più di casa». «È una novità importante – sottolinea il procuratore di Bergamo, Walter Mapelli – Ora si tratta di capire a chi appartiene quel dna. Le indagini vanno avanti e vorrei dire che noi non abbiamo mai smesso di percorrere anche la pista dell’incappucciato, come ha raccontato l’indagato».

Gli accertamenti dei Ris segnano dunque un punto a favore di Tizzani. E prende di nuovo corpo l’ipotesi investigativa del ladro incappucciato, sostenuta sin dall’inizio l’ex capostazione marito di Gianna Del Gaudio, difeso dall’avvocato Giovanna Agnelli. L’uomo ha sempre raccontato che dopo essere uscito a bagnare le piante, aveva ritrovato la moglie a terra, in cucina, in un lago di sangue, già priva di vita. A colpirla mortalmente sarebbe stato un uomo incappucciato che si sarebbe introdotto nella villetta di piazza Madonna della Neve, per rubare. Dopo aver frugato in alcuni cassetti, il ladro, sempre stando al racconto di Tizzani, sarebbe scappato dall’altro ingresso della casa. Una pista che non aveva trovato riscontri nè nelle testimonianze raccolte dagli investigatori, nè nelle immagini delle telecamere della zona, che non hanno ripreso nessun fuggitivo.