Omicidio di Seriate, Gianna massacrata nella villetta: via al processo contro il marito

Il marito Antonio Tizzani: "Sono tranquillo. La mia versione è quella di sempre, non cambia"

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Seriate (Bergamo), 1 dicembre 2019 - «Sono tranquillo. La mia versione è quella di sempre, non cambia. Mia moglie mi darà la forza per affrontare il processo». È un uomo all’apparenza tranquillo quello che affronta gli ultimi giorni di count-down prima di comparire, il 4 dicembre, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bergamo. Antonio Tizzani, 71 anni, ex ferroviere, è come i cronisti si sono abituati a conoscere. A luglio il gup Lucia Graziosi lo ha rinviato a giudizio per l’omicidio della moglie Gianna Del Gaudio, professoressa in pensione di 63 anni, sgozzata nel villino di famiglia, in via Madonna delle Nevi a Seriate, poco dopo la mezzanotte del 26 agosto 2016. All’imputazione di omicidio si è aggiunta quella di maltrattamenti ai danni della moglie, percossa per gelosia nel 2007. Ipotesi che, secondo l’accusa, potrebbe racchiudere il movente dell’uxoricidio. Tizzani ha sempre negato. L’ex capostazione non ha mai smesso di incolpare del delitto un misterioso incappucciato che si sarebbe introdotto nell’abitazione attorno a mezzanotte e mezza, passando dal giardinetto sul retro, mentre lui era uscito per gettare l’immondizia. L’aveva visto fuggire dalla porta-finestra della cucina dove, pochi attimi dopo, aveva trovato la moglie riversa sul pavimento, con la gola squarciata, immersa nel sangue, agonizzante.

Il racconto non ha mai trovato riscontri in una testimonianza e nemmeno nelle telecamere. Nessuno aveva notato il misterioso incappucciato. Quella sera, nella villetta, c’era stata una cena con uno dei due figli della coppia e la sua nuova fidanzata. Poi si sarebbe acceso il litigio fra i coniugi sfociato nell’omicidio. Un mese e mezzo dopo il delitto, in una siepe a circa 600 metri dalla villetta, era stato ritrovato un sacchetto con un cutter e guanti in lattice. Sulla lama il sangue della vittima, sul manico il Dna “parziale” di Tizzani. Su un guanto un profilo genetico mai attributo nonostante una settantina di comparazioni. Il collegio sarà presieduto da Giovanni Petillo. Per l’accusa il pm Laura Cocucci. La difesa è dell’avvocato Giovanna Agnelli.