Omicidio Seriate, il cerchio si stringe: prese le impronte digitali al marito

Antonio Tizzani, unico indagato per l'omicidio della moglie Gianna Del Gaudio, è stato interrogato per tre ore dai Ris

Antonio Tizzani con la moglie Gianna Del Gaudio (De Pascale)

Antonio Tizzani con la moglie Gianna Del Gaudio (De Pascale)

Bergamo, 14 dicembre 2016 - Antonio Tizzani ieri mattina ha varcato di nuovo, a distanza di una settimana, la caserma del comando provinciale dei carabinieri, in via Delle Valli. Era accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Giovanna Agnelli. Ufficialmente, l’ex capostazione, 68 anni, unico indagato per la morte della moglie, la professoressa Gianna Del Gaudio, 63 anni, è stato convocato per il prelievo delle impronte digitali da parte dei Ris di Parma, esami irripetibili da utilizzare per eventuali prossimi confronti. Il prelievo delle impronte va ad aggiungersi ai prelievi biologici già effettuati all’indomani dell’omicidio. In un primo momento sembrava che i militari del raggruppamento scientifico avessero acquisito anche nuovi campioni di Dna di altre persone (in aggiunta ai 70 campioni prelevati a ottobre, dopo il ritrovamento del taglierino, arma del delitto, in un sacchetto di plastica) da confrontare con quello ignoto. 

Ma le indiscrezioni non hanno trovato conferme tra gli investigatori che dalla sera del 26 agosto stanno indagando sull’efferato omicidio avvenuto nella villetta di piazza Madonna della Neve, a Seriate, dove vivevano Gianna e il marito Antonio. Che importanza dare alla presenza dei Ris? Sicuramente una ulteriore accelerata alle indagini, salvo sorprese che potrebbero arrivare proprio dai laboratori scientifici. Ancora non sono state completate le analisi sui guanti bianchi in lattice, da cui allo stato è emerso il Dna di un ignoto: i guanti erano infilati nel sacchetto che conteneva l’arma. Ma sotto la lente degli gli uomini in camice bianco c’è ancora il taglierino, su cui è stata trovata una piccola traccia genetica attribuita proprio a Tizzani. L’indagato a riguardo aveva dichiarato: «Non ho mai visto né utilizzato quel taglierino». Ma allora, come è finito lì il suo Dna? Ma quello che interessa maggiormente gli investigatori è il punto dov’è stato rilevato, cioè sulla parte di lama del taglierino coperta dall’impugnatura in plastica e non su quella esposta.

Se gli ulteriori accertamenti confermassero che il profilo genetico appartiene con alta probabilità al marito della vittima vorrebbe dire che l’ex capostazione in pensione ha maneggiato il taglierino prima che venisse utilizzato per ammazzare. Questo perché sul resto della lama allo stato non sono stati rilevati altri Dna e dunque, chi ha sgozzato la professoressa ha indossato i guanti. E questo potrebbe anche spiegare come mai ieri mattina i Ris sono tornati a Bergamo.