Roveri-Del Gaudio: due omicidi e stessa dinamica

Le donne massacrate a Colognola e Seriate nel 2016: oltre alle tracce genetiche, si confronta il modus operandi. Inquirenti scettici

Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri

Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri

Bergamo, 19 novembre 2020 - Il punto di partenza è la relazione fatta dal genetista Giorgio Portera, consulente per la difesa, durante l’udienza di martedì nel processo a carico di Antonio Tizzani, 71 anni, unico indagato per la morte della moglie, l’ex professoressa Gianna Del Gaudio, uccisa nella notte tra il 26 e il 27 agosto del 2016 nella villetta di via Madonna della Neve a Seriate, nella Bergamasca. Due ore di esposizione di dati, numeri, sopralluoghi. E quando Portera, a margine dell’udienza, accenna al Dna, alla sovrapponibilità di due profili genetici ignoti repertati in due omicidi, arriva l’input ."L’intero Dna ignoto repertato su uno dei guanti in lattice usati per il delitto Del Gaudio, a Seriate, è presente nella traccia mista (materiale genetico della vittima e del presunto assassino) rilevata sul volto di Daniela Roveri". La manager di 48 anni straziata nell’androne del condominio dove viveva con l’anziana madre, in vi Keplero, al quartiere Colognola, in città. Stesso anno, il 2016.

Il fascicolo di questo omicidio è stato archiviato senza colpevoli. E allora: ci potrebbe essere una sola mano dietro i due delitti? Il genetista non l’ha detto esplicitamente. Il modus operandi però è identico: entrambe le donne sono state prese alle spalle e sgozzate. Entrambe con un profondo taglio. Insomma, forse più di una suggestione, tant’è che anche la procura aveva lavorato sotto traccia seguendo questa pista. Per la difesa di Tizzani il colpo ad effetto che potrebbe avvicinare l’imputato all’assoluzione e far riaprire il capitolo del serial killer. Cauti gli inquirenti. Già nei mesi scorsi, in una delle prime udienze del processo Tizzani, il tenente colonnello dei Ris Alberto Marino aveva accennato alla possibilità che i due profili appartengano alla stessa persona. Una mano che avrebbe ammazzato Gianna e poi Daniela. Due vittime con una personalità e una vita molto diverse. Gianna Del Gaudio, ex professoressa di italiano, prima a Trescore e poi a Romano. Attaccata alla famiglia, ai due figli (il matrimonio naufragato del secondogenito Mario le aveva procurato dispiacere). Devota di Padre Pio, con il marito Antonio si recava spesso a Pietrelcina durante le vacanze estive. Daniela Roveri, invece, era una manager alla Icra di San Paolo d’Argon, azienda specializzata in prodotti in ceramica. Indipendente (anche se viveva ancora con la madre), amante dei viaggi, sportiva, andava in palestra. A parte il profondo taglio alla gola, e quella traccia genetica, null’altro lega i due crimini. A Seriate l’incappucciato sarebbe fuggito dalla cucina dopo aver rovistato nella borsa di Gianna, da cui non è stato portato via niente. A Colognola, Daniela fu sorpresa mentre rincasava. L’autore si è portato via la borsa della vittima (mai ritrovata) con portafogli e cellulare.