Omicidio del professore, via a un processo di soli indizi

Imputato del delitto un dipendente della cascina didattica a Entratico di Cosimo Errico

I carabinieri sul luogo del delitto

I carabinieri sul luogo del delitto

Pal Surinder parla solo la sua lingua, quella del Punjab, stato indiano al confine con il Pakistan. Un particolare non da poco visto che il tribunale deve reperire un interprete cha sappia spiegare cosa accade in aula al processo che lo vede imputato per l’omicidio e distruzione del cadavere del professore dell’Istituto Natta, Cosimo Errico, 58 anni (all’epoca dei fatti), ucciso con 23 coltellate: l’arma non è mai stata ritrovata. A quel punto, secondo l’accusa, Surinder, difeso dall’avvocato Michele Agazzi, avrebbe cosparso il corpo con liquido infiammabile. Un delitto avvenuto il 3 ottobre del 2018 nella Cascina didattica a Entratico dove Errico aveva allestito una fattoria per studenti. Surinder lo aiutava nei lavori da quattro anni. Anche il connazionale Singh Mandip a processo per favoreggiamento, e assistito dall’avvocato Antonio Abbatiello, lavorava li. Entrambi vivevano a Casazza.

Quello che si è aperto in Corte d’Assise è un processo indiziario. Per l’accusa, pm Carmen Santoro, alla base del delitto soprattutto una questione di soldi. Il sostituto si basa sui rilievi tecnici (il luminol all’interno della cascina), le intercettazioni sull’autobus tra i due connazionali dopo essere stati sentiti dai carabinieri, la relazione del Ris. La difesa, oltre all’esame degli imputati, hanno chiesto di poter inserire agli atti anche la relazione fatta dal genetista Capra sulle biciclette, tredici, sequestrate a casa di Surinder e Mandip. Il consulente su quelle bici non avrebbe trovato tracce biologiche: erano pulite. Eppure all’interno della cascina erano state individuate orme (insanguinate) con dei percorsi precisi. Le scarpe, appunto. La suola ha lasciato sul pavimento la marca Carrera: tra 700 venduti tra Brescia e Bergamo, un paio era stato acquistato dalla moglie di Errico e le aveva regalate a uno dei suoi dipendenti indiani, aveva riferito. E poi c’è il nodo sono le intercettazioni tradotte in modi diversi e proprio per questo è stata chiesto dalla difesa la trascrizione integrale. Prossima udienza il 25 marzo.