Valtesse, ferì la madre e ne uccise il compagno: 18 anni di carcere

Il 25enne è stato condannato con rito abbreviato

La via della tragedia a Valtesse

La via della tragedia a Valtesse

Bergamo, 15 febbraio 2019 - Uno sguardo algido, senza guardarsi negli occhi. Nemmeno un saluto, o un cenno. Dopo la sentenza Vladislav Turcan, 24 anni, origini moldave, sguardo fisso, ha lasciato il tribunale accompagnato dagli agenti senza lasciar trapelare la minima emozione. Nulla, nemmeno quando sua madre ha provato ad avvicinarsi a lui. La rabbia era esplosa all’improvviso il 7 agosto 2017 . Non c’era stata una lite, nulla di diverso da tante altre giornate. Quel pomeriggio, nell’appartamento a Valtesse, dove vivevano, Vladislav, prima ha ucciso il compagno della madre, Giuseppe Grillo, di 40 anni, con una martellata e nove coltellate, e poi ha ferito la madre, Nathalia, che si è salvata. Ieri Vladislav, difeso dall’avvocato Eleonora Bergamini di Milano, è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni di carcere per omicidio e a 3 di misura di sicurezza, da trascorrere probabilmente in una struttura di recupero.

Come chiesto dalla difesa, il giudice, Lucia Graziosi ha escluso la premeditazione per via della semi infermità mentale diagnosticata al ragazzo, con un disturbo schizoide della personalità. La richiesta del sostituto procuratore, Emanuele Marchisio, era stata di vent’anni. Alla lettura della sentenza erano presenti in aula la madre del giovane, e alcuni familiari di Grillo, che hanno rinunciato a chiedere un risarcimento. A far scattare la rabbia del 24enne, stando al suo racconto fatto dopo l’arresto agli inquirenti, erano state le continue vessazioni cui era sottoposto, da parte del compagno di sua madre e da lei. Quel giorno, un lunedì d’estate, Vladislav aveva discusso con la mamma (e non era la prima volta che accadeva) e poi si era rinchiuso nella sua camera da dove usciva solo per portar fuori il cane. Ragazzo problematico, con poche amicizie, nessun lavoro, studi interrotti. Non aveva mai accettato il trasferimento della madre in Italia, e nel caso specifico a Bergamo dove si era isolato: pochi i contatti con l’esterno. E quel giorno la rabbia accumulata gli ha armato la mano contro il patrigno, accoltellato con nove fendenti, e poi verso la mamma. Da quel pomeriggio è in carcere.