Professore ucciso, interrogati due dipendenti della cascina

Proseguono le indagini. Si cerca ancora l'arma del delitto. Resta "calda" la pista delle questioni economiche

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Entratico (Bergamo) - Proseguono serrate le indagini per cercare di risolvere il giallo del professore trovato ucciso in un cascinale di Entratico, in Val Cavallina. Gli inquirenti non escludono nessuna pista ma la più accreditata resta quella di un diverbio, poi degenerato nel delitto, con uno o più collaboratori per motivi economici. Alcuni di questi, con regolare contratto di lavoro, sono stati sentiti nelle scorse ore dai carabinieri. Per la cura degli animali e dei terreni circostanti, Cosimo Errico si faceva aiutare da lavoratori stranieri, indiani, pakistani e nordafricani, che reclutava anche tra gli ospiti del vicino centro di accoglienza di Vigano San Martino. Alcuni di questi pare fossero in "nero". Difficile rintracciarli. Per questo gli inquirenti hanno voluto sentire i lavoratori regolari per cercare di risalire in qualche modo anche a loro.

Nel frattempo si cerca anche l'arma del delitto, molto probabilmente un'accetta vista la natura delle ferite da arma da taglio riscontrate sul corpo della vittima. Attesa anche per i risultati dell'esame autoptico che si è svolto nella mattinata di venerdì 5 ottobre all'ospedale di Bergamo.