Omicidio di Seriate, il genetista: "Del Gaudio e Roveri uccise dalla stessa mano"

Portera al processo che vede imputato Antonio Tizzani: tracce di Dna sovrapponibili a quelle del killer della manager

Antonio Tizzani è accusato di aver ucciso la moglie Gianna Del Gaudio

Antonio Tizzani è accusato di aver ucciso la moglie Gianna Del Gaudio

Bergamo, 18 novembre 2020 - Il sipario sull’omicidio di Daniela Roveri è calato definitivamente lo scorso anno. La manager di 48 anni venne assassinata a coltellate il 20 dicembre 2016, al quartiere Colognola, nell’androne del condominio di via Keplero dove viveva con l’anziana madre. Inchiesta archiviata dopo due anni di proroga delle indagini. Un delitto senza movente e assassino. C’è il suo Dna, trovato sul volto e sotto le unghie della vittima, traccia fondamentale nel caso in cui dovesse essere smascherato un sospetto. Perché è tornato d’attualità l’omicidio Roveri? Presto spiegato. A riportarlo alla mente, ieri mattina, al processo in Corte d’Assise in cui Antonio Tizzani (di nuovo assente) è imputato dell’omicidio della moglie, l’ex professoressa Gianna Del Gaudio, uccisa nella villetta di via Madonna delle Nevi a Seriate la notte del 26 agosto 2016, è stato il genetista forense Giorgio Portera, che ha seguito anche il caso Yara Gambirasio e ora è consulente dell’avvocato Giovanna Agnelli, che assiste l’ex capostazione. Secondo Portera ci sarebbe la stessa mano dietro i due delitti, avvenuti a pochi mesi di distanza.

"C’è una forte compatibilità tra il Dna rilevato su un guanto trovato accanto al taglierino dell’omicidio Del Gaudio e il Dna individuato sul volto di Daniela Roveri", ha dichiarato in udienza l’ex ufficiale del Ris di Parma. Ipotesi che era già stata presa in considerazione in passato. Ora il genetista, sulla base delle analisi, renderebbe concreta l’ipotesi di una stessa mano. Portera lo spiega: "I 23 marcatori dei Dna rilevati nell’omicidio Del Gaudio e in quello Roveri sarebbero sovrapponibili. L’aplotipo Y (entrambi ignoti), che indica la linea maschile, è lo stesso nel grado della forte compatibilità. Non parlo di serial killer – ha sottolineato -. La compatibilità è forte, l’identificazione di ignoto 1 è abbastanza chiara. I due casi sono vicini anche sulla dinamica, ci sono i presupposti per capire la compatibilità e risolvere i due casi". In un ragionamento più ampio, sulla base dei sopralluoghi a Seriate per cui, secondo la difesa, a uccidere la prof sarebbe stato un ignoto, il consulente ha anche sottolineato un altro punto.

Sul cutter trovato insieme ai guanti nella siepe di via Presanella, a circa 500 metri dall’abitazione di Tizzani, è emerso il Dna che per il Ris è dell’imputato. Mentre Portera ne ha contestato l’esito finale: "Potrebbe essere stato il risultato di una contaminazione avvenuta nei laboratori a Parma, tutte le successive analisi sullo stesso campione non hanno infatti confermato l’esito". E ha aggiunto come il quantitativo fosse poco e per questo motivo sia stato necessario amplificarlo quattro volte anziché una sola volta come di solito avviene. Tornando al processo a carico di Tizzani, Portera imbeccato dalle domande dell’avvocato di Tizzani, Giovanna Agnelli, e dal pm Letizia Cocucci, ha poi parlato della scena del crimine e, considerata l’enorme fuoriuscita di sangue, di come nemmeno uno schizzo avesse macchiato gli abiti dell’ex capostazione. Insomma, un estraneo potrebbe aver amm azzato l’ex prof per poi scappare dalla cucina scavalcando il cancelletto. Ieri mattina avrebbe dovuto deporre come teste della difesa il medico legale Osculati. Ma è deceduto una settimana fa, stroncato da un malore. È stata depositata una sua relazione. Infine, è stato sentito anche un carabiniere del comando di via delle Valli, sulle intercettazioni telefoniche e sui messaggi WhatsApp inviati da Gianna Del Gaudio a sua sorella Antonietta. L’ultimo a mezzanotte, prima di essere ammazzata. Prossima udienza in programma venerdì 27.