Omicidio Crotti, i messaggi diabolici dell'assassina: "La rosa? regala alla tua donna"

I vocali inviati all'ignaro "complice" svelano il piano di Chiara Alessandri per attirare in trappola Stefania. "Deve essere bendata"

Il garage dove si è consumato l'omicidio: Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti

Il garage dove si è consumato l'omicidio: Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti

Bergamo, 23 gennaio 2019 - Suasiva, quasi seduttiva. Fino all’adulazione. Chiara Alessandri si rivolge all’inconsapevole e del tutto estraneo amico Angelo Pezzotta, 53 anni, imprenditore di Seriate, per coinvolgerlo nel suo piano e convincerlo a prelevare Stefania Crotti, moglie dell’ex amante Stefano Del Bello e quindi sua rivale in amore. A bordo di un furgone dovrà prelevarla sul posto di lavoro, in un’azienda di Cenate Sotto. Angelo ha conosciuto la Alessandri, occasionalmente, nel settembre del 2017, quando ha perduto sua madre. Chiara gli è stata vicina in quei momenti difficili. Da allora si sono sentiti occasionalmente.  È il 4 gennaio. Pezzotta è al mare quando riceve un messaggio whatsapp da Chiara. «Ciao, allora vorrei fare questa sorpresa ad un’amica. O meglio, è l’ex marito che ora vuole farle questa sorpresa visto che dopo un periodo di distacco lei è tornata ad essere la sua compagna – dice nella registrazione –. Lui vorrebbe fare questa cosa e ha chiesto a me di aiutarlo. Lo avremmo fatto già la settimana scorsa se tu avessi potuto, ma tu non potevi. Io ho ancora un bel ricordo e mi fido solo di te. Per questo voglio che questa cosa la faccia tu. Inoltre, mi rivolgo a te perché sei bello, sai come comportarti, ispiri fiducia, ma soprattutto hai un furgone. Se non avessi il furgone non chiederei a te – aggiunge, pensando evidentemente anche al meccanismo di quella che sarà poi l’occasione per un delitto –. Il furgone è fondamentale e ti spiego perché: la sorpresa sarà organizzata a casa mia. Ma lei non deve sapere che sarà portata a casa mia altrimenti non verrebbe perché in passato abbiamo avuto incomprensioni. Quando arrivi le dovrai consegnare una rosa con un biglietto scritto dal marito. Devi dirle che questa cosa è organizzata dal marito che credo voglia chiederle di sposarlo di nuovo e di fare un viaggio di nozze. Poi devi farla bendare perché altrimenti capisce che la stai portando a casa mia». Chiara aggiunge anche dettagli precisi su come compiere l’operazione in sicurezza. «Lei salirà davanti, io starò dietro in modo che lei non mi veda e quando arriveremo lì, prima di incontrare il marito, scenderò dal furgone e troverà me e dovremo chiarirci io e lei prima di farle vedere il marito. A quel punto tu dovrai andartene. Se lei non si farà bendare annulliamo tutto perché lei non deve vedere che viene a casa mia». Tutto avviene secondo programmi e regia. Un film anticipato dal lungo piano esposto con il messaggio recapitato in chat. Sono le 17.50 di giovedì 17 gennaio. Stefania Crotti è già morta nel garage della villetta della Alessandri, in via San Rocco 3 a Gorlago. «Ciao – è il nuovo messaggio a Pezzotta –, più o meno tutto a posto, vediamo nei prossimi giorni. Ti è rimasta la rosa, giusto? Niente. Togli il biglietto, buttalo e regala la rosa alla tua donna». Poche ore dopo tutto cambia. A mezzanotte di venerdì 18 l’imprenditore si presenta dai carabinieri. Ha fretta di parlare, di raccontare tutto. Ha riconosciuto il volto di Stefania su alcuni gruppi Facebook in cui si lanciava un appello per trovarla e si è consultato con un amico avvocato. Mette a disposizione degli inquirenti il suo telefonino perché possano leggere, capire, indagare.