Omicidio di Dalmine: uccide il padre, Francesco muto dal giudice

Il figlio di Colleoni sceglie di non aggiungere nulla a quanto raccontato ai carabinieri sull atragica lite di Dalmine. Arresto convalidato

Francesco Colleoni, reo confesso

Francesco Colleoni, reo confesso

Brembo di Dalmine (Bergamo), 6 gennaio 2021 - È confuso, frastornato, provato. Si sta rendendo conto di quello che ha fatto. Ha rovinato la sua vita e quella della famiglia. L’ultima immagine che ricorda di quegli attimi è lo spintone del padre caduto a terra sanguinante alla testa, dopo aver reagito. Poi, il blackout, un vuoto di memoria. Attimi che nella ricostruzione fatta dagli inquirenti, devono essere stati i più tremendi e che ancora mancano per ultimare il quadro investigativo. Francesco Colleoni, 34 anni, da domenica in carcere per l’omicidio del padre, Franco Colleoni, 68 anni, ieri mattina ha affrontato l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, Beatrice Parati, che ha convalidato l’arresto. Al fianco del giovane l’avvocato di fiducia Pasquale Silvestro. Il 34enne ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, rimandando alle dichiarazioni rese al sostituto procuratore Fabrizio Gaverini nella notte tra sabato 2 e domenica 3 gennaio, quando, messo alla strette, ha fatto delle ammissioni, sia pure parziali. In lacrime davanti ai carabinieri, che si erano ormai orientati su di lui, il giovane ha ammesso di aver avuto una lite con il padre, confermando che i loro rapporti erano logorati da tempo.

Anche sulla gestione del ristorante “Il Carroccio” di via Sertorio, a Brembo di Dalmine, teatro dell’omicidio, non si trovavano. Dopo l’esperienza all’estero il 34enne aveva deciso di tornare a casa e lavorare nella cucina del locale del padre (aperto più di una ventina di anni fa) apportando delle novità, come quella del’asporto. Segretario e assessore provinciale della Lega Nord tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio del 2000, Franco Colleoni gestiva il locale dai tempi del suo impegno politico, tant’è che tra quei tavoli si erano tenute riunioni e comizi. Una cascina dove oltre alla trattoria si trova anche la parte trasformata ad abitazione in cui vive tutta la famiglia, a partire dalla ex moglie di Colleoni.

Si accennava ai litigi frequenti tra padre e figlio, anche il 28 dicembre i due avevano discusso a causa della legna che era in giardino. Una testimonianza della tensione che c’era. Sabato mattina l’esplosione, ennesimo confronto acceso innescato da un rimprovero sui lampioncini da sistemare fuori dal ristorante. In casa a quell’ora, tra le 11 e le 11.30 c’erano padre e figlio. L’ex moglie era uscita per fare delle compere, così anche Federico, il secondogenito. La lite degenera, Franco Colleoni aggredisce il figlio che risponde alle provocazioni, spinge il padre che cade a terra e picchia la testa su una pietra del cordolo del giardino. I carabinieri lo trovano con il cranio fracassato. L’autopsia, in programma domani al Papa Giovanni XXIII potrà fornire ulteriori elementi sulla causa del decesso. 

Il 34enne Francesco risulta poi parte offesa in un altro procedimento, dove è assistito dall’avvocato Enrico Cortesi. Siamo a gennaio-febbraio dello scorso anno. Francesco quella sera era andato a giocare una partita di basket assieme ad alcuni amici. Finita la partita il gruppetto si è spostato in un bar della città per bere qualcosa. All’esterno del locale, dove ci sono conoscenti comuni, ad un certo punto, gli animi si surriscaldano al punto che uno del secondo gruppo, poi identificato in un giovane albanese, denunciato, si fa avanti e aggredisce, rifilandogli dei pugni, Francesco Colleoni. Che nella colluttazione perde due denti. Parte la querela nei confronti dell’albanese, e il procedimento è ancora pendente.