Novemila pacchi distribuiti "Ma le famiglie sono sole"

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"Le famiglie che ospitano ucraini sono scoperte: ci sono buchi enormi, che vanno quanto meno visti, perché è un’illusione pensare che sia tutto finito". A dirlo Marco Fenaroli, assessore ai Servizi sociali di Brescia, che in questi mesi ha cercato di garantire un supporto alla rete dell’accoglienza.

Nel centro unico di via Chiappa, grazie al coordinamento tra Comune, Croce rossa, Caritas, Cauto e Maremosso, in otto mesi sono stati distribuiti oltre novemila pacchi alimentari a 582 famiglie ucraine (alleviando anche gli ospitanti). Per l’acquisto dei generi alimentari e di prima necessità, sono stati impegnati 130mila euro da parte del Comune, più donazioni di privati e 10mila euro da parte di Brescia mobilità. Dal 18 dicembre il centro è chiuso, ma, grazie all’analisi dei bisogni fatta dai volontari che hanno chiamato tutte le famiglie seguite, saranno erogati buoni spesa per acquisto di alimenti a circa 70 nuclei familiari ucraini, attraverso il progetto Sai del Comune di Brescia (gestito da Adl Zavidovici, cooperativa K-Pax e cooperativa La Rete), che ha messo a disposizione circa 15mila euro.

Chi mostrerà particolari fragilità sarà indirizzato ad altri servizi di supporto, in collaborazione con i Servizi sociali.

"Continuiamo a monitorare il fenomeno e i bisogni – sottolinea Fenaroli –. Finora non abbiamo avuto grosse ricadute su servizi territoriali, ma c’è preoccupazione sui prossimi mesi, perché le famiglie ospitanti non hanno ricevuto nulla e i tempi di permanenza aumentano".

Nel Bresciano da inizio emergenza risultano arrivate circa ottomila persone, di cui 5.500 hanno richiesto la protezione temporanea (2.500 nuclei sono rientrati in Ucraina); circa 350 sono stati accolti in Cas e Sai, mentre 1.066 sono ancora ospitati da famiglie.

F.P.