Bergamo, otto mesi al nonno-vigile per un bacio ad una ragazzina

L’uomo faceva il volontario davanti alla scuola. Vittima una 13enne

Un nonno-vigile (foto di repertorio)

Un nonno-vigile (foto di repertorio)

Bergamo, 8 maggio 2018 - Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Bergamo Ciro Iacomino ha condannato a otto mesi di reclusione per violenza sessuale un pensionato di 72 anni. Si tratta di un nonno-vigile, quelle persone, soprattutto anziane, che fanno attraversare la strada agli studenti nelle vicinanze delle scuole e che solitamente fanno parte di associazioni di volontariato. Un attività che molti pensionati intraprendono con sempre più frequenza. I fatti contestati risalgono al 15 novembre del 2016, a Boltiere, quando l’anziano aveva baciato sulla bocca una ragazzina di 13 anni che frequentava la scuola media dove il volontaria prestava servizio all’orario di entrata e di uscita degli alunni. Il pubblico ministero Emanuele Marchisio aveva invocato una pena più pesante: 2 anni e 6 mesi.

Quel giorno, stando alle contestazioni contenute nella denuncia sporta dalla famiglia della 13enne e alle indagini della procura, l’uomo aveva incontrato la studentessa in una zona lontana dalla scuola dove di solito svolge il servizio di volontariato. Erano circa le 13. L’anziano aveva indosso la pettorina verde e la paletta per aiutare i giovani ad attraversare la strada senza pericoli.

Il 72enne la conosceva abbastanza bene e, sempre secondo le accuse, le aveva chiesto di dargli un bacio sulla guancia. Solo che, alla fine, era stato lui a baciarla, ma sulla bocca. Poi le aveva chiesto di non raccontare nulla a nessuno di quanto accaduto. La 13enne, invece, era andata a casa e aveva messo al corrente di quello che era successo i genitori, che avevano sporto denuncia contro il nonno-vigile ai carabinieri.

Quest'ultimo, difeso dall’avvocato Massimo Tanzariello, si è sempre difeso sostenendo che quando aveva incontrato la ragazzina era in bicicletta, che lei aveva acconsentito di dargli un bacio sulla guancia e che al momento di riceverlo lui era scivolato dalla sella e inavvertitamente l’aveva sfiorata sulle labbra. Insomma, secondo la versione del pensionato, sarebbe stato un atto involontario, non voluto e senza malizia. L’uomo in aula si è dichiarato innocente quindi e in lacrime ha detto che la sua richiesta è stata come quella che “un nonno fa ad una nipote”. Il giudice però non gli ha creduto e lo ha condannato per violenza sessuale, anche se con una pena più lieve rispetto a quella richiesta dal pubblico ministero.