Bergamo, 5 milioni per la moschea fantasma: "Mi fidavo di El Joulani"

In tribunale parla il tesoriere dell’Ucoii

Il centro islamico

Il centro islamico

Bergamo, 12 aprile 2018 - Nuova udienza del processo che vede imputato con l’accusa di truffa aggravata Imad El Joulani, 58 anni, il cardiologo giordano già presidente del centro culturale islamico di Bergamo di via Cenisio e ora presidente della Comunità Islamica bergamasca (Cib): secondo l’accusa, retta dal pm Carmen Pugliese, El Joulani si sarebbe appropriato dei 4 milioni e 980mila euro versati, attraverso l’Ucoii (Unione comunità islamiche d’Italia), dalla Qatar Charity Foundation, la fondazione dell’emirato arabo, al centro culturale islamico di via Cenisio per la realizzazione di una nuova moschea.

"Il medico – è la ricostruzione della pubblica accusa –, nel giugno 2015, dopo aver ottenuto, a nome del predetto Centro, la donazione di quasi 5 milioni di euro, prospettando falsamente la realizzazione di un nuovo centro islamico in via Baioni, costituiva unitamente ai suoi familiari un’associazione denominata Comunità Islamica di Bergamo e procedeva all’acquisto di un terreno e di un capannone in via San Fermo, così procurandosi un ingiusto profitto in danno del predetto centro culturale islamico cui le somme erano destinate".

Ieri mattina, davanti al giudice Bianca Maria Bianchi, ha testimoniato il tesoriere dell’Ucoii Mohamed Ibrahim El Ramal che con la sua denuncia aveva fatto scattare l’inchiesta della magistratura (si era poi aggiunto l’esposto di Mohamed Saleh, attuale presidente del Centro culturale islamico di via Cenisio, parte civile al processo con l’avvocato Paolo Maestroni). Il tesoriere ha spiegato che si fidava di El Joulani. "Per questo motivo – ha rivelato al giudice – avevo disposto il bonifico, in varie tranche, dei 4 milioni e 980mila euro. Scoprii tutto all’inizio del 2015, quando El Joulani si rifiutò di dare conto dei progetti di realizzazione della nuova moschea. Non ce li fornì mai. Ci furono anche alcuni incontri con lui a Milano, la città dove lavora come medico. Gli chiedemmo, visto che non voleva fornirci i progetti, di restituirci la somma. Ma lui si rifiutò. Come mi sono sentito? Sicuramente tradito da El Joulani". Il processo riprenderà il 30 e il 31 maggio ancora con i testi dell’accusa, cui seguiranno e testimonianze dei testi della difesa e l’interrogatorio di El Joulani.