Bergamo, intrigo all’ombra della moschea: spariti i soldi per costruirla

Bergamo, i milioni arrivati dal Qatar. Il pm: truffa

La comunità islamica è spaccata e vi sono stati scontri e tensioni

La comunità islamica è spaccata e vi sono stati scontri e tensioni

Bergamo, 24 luglio 2016 - Ha i contorni di un intrigo internazionale l’inchiesta sui fondi della Qatar Charity Foundation - 5 milioni di euro - donati alla comunità islamica orobica per costruire a Bergamo un luogo di culto tra i più importanti d’Italia. Ma una parte dei fondi (2,5 milioni), secondo il pm Carmen Pugliese, sarebbero stati utilizzati dal medico di origine giordana Imad El Joulani, ex numero uno del centro islamico di via Cenisio, per acquistare un’area industriale in via San Fermo, allo scopo di realizzare un centro polifunzionale. Il pm ha chiuso l’inchiesta e accusa El Joulani di truffa aggravata. Quest’ultimo, attraverso l’avvocato Enrico Mastropietro, dice di aver appreso la notizia dai giornali, non avendo ancora ricevuto la notifica dalla Procura, e respinge le contestazioni: «Il mio assistito – afferma il legale – non ha commesso illeciti e non ha ricavato alcun profitto. Ha sempre agito alla luce del sole, mostrando ai rappresentanti della Charity Foundation alcuni immobili che avrebbero potuto soddisfare le esigenze di culto della comunità islamica». Ora il medico ha 20 giorni per presentare una memoria difensiva o farsi interrogare dal pm, che valuterà se chiedere o no il rinvio a giudizio.

La vicenda esplode il 22 dicembre scorso, quando Digos e Finanza sequestrano il cantiere di San Fermo (poi dissequestrato, a differenza dei conti correnti di El Joulani). Tutto era però partito da una denuncia presentata mesi prima da Mohamed Saleh, attuale presidente del centro islamico e dal tesoriere dell’Ucoii (Unione comunità islamiche d’Italia), secondo cui i soldi del Qatar erano stati dirottati sul conto di una srl legata ad un’associazione fondata poco tempo prima dallo stesso El Joulani e utilizzati per scopi sui quali il centro di via Cenisio era all’oscuro.

La Digos è stata chiamata a controllato eventuali finalità di terrorismo e valutare la provenienza del denaro. E il senatore leghista Giacomo Stucchi, presidente del Copasir-Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, ha chiesto al governo di fare chiarezza sull’origine dei fondi: «La Qatar Charity Foundation è stata riconosciuta dal governo Usa come soggetto finanziatore di al-Quaeda e nel 1997 diede denaro a Osama Bin Laden». Le verifiche di legami con il terrorismo non hanno avuto seguito. Nel frattempo El Joulani è stato estromesso dalla carica di presidente del centro islamico di via Cenisio, ma la comunità musulmana locale si è spaccata e la tensione è cresciuta, tanto che dopo la preghiera in moschea varie volte si è sfiorata la rissa. Una situazione che continua e non pare, al momento, destinata a risolversi.