Morto investito Per i familiari di Gabriele ora giustizia è fatta

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L’incidente tre anni fa. Gabriele Raffa (foto), 15 anni, di Treviglio, quella sera, era il 5 maggio del 2019, era andato in mountain bike a Casirate d’Adda a trovare un’amica. Lungo la strada del rientro a casa, arrivato all’altezza di un attraversamento pedonale, tra Casirate e Treviglio, Gabriele venne travolto da un’auto. Il 15enne sapeva bene quanto era pericoloso quel tratto di strada, dove non c’era la pista ciclabile. Il comune ne aveva rinviato il cantiere per 5 anni ed è stata realizzata solo nel 2020, sull’onda emotiva della tragedia. Per questo Gabriele, quel giorno, prima di attraversare, aveva mandato un vocale su Whatsapp agli amici: "Adesso sto tornando, sono nel tratto più brutto, devo passare in mezzo alla strada, sperando che non mi mettano sotto".

Profetico. La sua bici venne centrata sulla ruota posteriore e lui sbalzato sull’asfalto. Morì dopo 4 giorni al Niguarda. Ad aggiungere dolore al dolore, la responsabilità dell’incidente fu attribuita al ragazzo con la beffa per la famiglia, già provata dal dolore per quella perdita, di sentirsi chiedere i danni dall’assicurazione dell’investitore. Un fatto inconcepibile per la mamma, Silde Ceccaroni, che, affiancata dagli avvocati Fabio Villa e Christian Ponti, ha intrapreso una battaglia legale. Il primo passo è stato l’opposizione all’archiviazione del fascicolo sulla morte del figlio nel maggio 2019. E venerdì in tribunale c’è stata la sentenza. Il conducente dell’auto, Musaku Bajram, a giudizio per omicidio stradale, ha patteggiato 14 mesi ottenendo le attenuanti generiche dopo che la sua assicurazione ha versato un anticipo. Una vittoria che da un senso di giustizia, il pensiero della mamma di Gabriele. Una lunga battaglia fatta di consulenze. F.D.