Bergamo, morto per il freddo: "Cercava fortuna in Italia"

Il senzatetto ha avuto un malore durante la notte, lo ha trovato l'amico di sventura

I rilievi sotto i portici dove è morto l'uomo

I rilievi sotto i portici dove è morto l'uomo

Bergamo, 10 febbraio 2018 - Aveva solo 31 anni. Era arrivato a Bergamo dall’India in cerca di fortuna, invece ha trovato la morte. Il dramma della disperazione si è consumato in pieno centro, in piazza della Libertà, di fronte alla procura. Avtar Singh, un senzatetto, dormiva raggomitolato tra le coperte sotto i portici del palazzo che ospita anche gli uffici della prefettura, uno dei tanti angoli della città che di notte si trasformano in “dormitori” a cielo aperto. A causare il decesso, con tutta probabilità, un malore che se l’è portato via nella notte senza lasciargli via di scampo. Nonostante le coperte per ripararsi dal freddo, le temperature rigide sono state devastanti.

A fare la terribile scoperta, ieri mattina, un un lettone, con cui si arrabattava facendo il parcheggiatore. Quando si è svegliato, l’amico ha provato a chiamarlo ma lui non rispondeva; spaventato, è corso in un bar e ha chiesto aiuto. Scattato l’allarme, sul posto il 118 ha inviato un’ambulanza e un’automedica, ma quando il personale sanitario è arrivato, per il 30enne non c’era nulla da fare se non constatarne il decesso. I rilievi sono stati affidati alla polizia intervenuta con un paio di Volanti. Sotto i portici, fino a tarda mattina, sono rimaste le coperte e qualche oggetto personale dell’uomo, più che altro cianfrusaglie. Ora la questura ha contattato l’ambasciata per rintracciare i familiari.

Pare che l’indiano da alcuni mesi passasse le notti sotto i portici, insieme all’amico di sventura. Durante la giornata si spostavano verso la stazione delle Autolinee, alla mensa del servizio Esodo di don Fausto Resmini, che con la sua comunità don Milani, a Sorisole, aiuta le persone disagiate, offrendo un pasto caldo e un riparo. «Era una delle poche persone che conoscevo - ha detto l’amico lettone -. Passavamo le giornate insieme, da qualche giorno non si sentiva molto bene, tossiva spesso e faticava a dormire da sdraiato. Quando l’ho trovato morto non ci volevo credere. Un giorno mi aveva raccontato che suo fratello è un cantante famoso in India, prima di arrivare in Italia era stato dieci anni in Francia, dove aveva lavorato come carpentiere, ora era in cerca di un’altra occupazione. Desiderava diventare papà e avere una famiglia, ma non potrà mai realizzare questo sogno».