Volo di 600 metri, muore alpinista: terza croce sul Gran Zebrù in un mese

Superato un difficile passaggio ventiseienne si è sganciata dal compagno di cordata per raggiungere la Cresta di Solda

Scialpinista morto

Scialpinista morto

Valfurva (Sondrio), 15 giugno - Tragedia in quota sulle pendici del Gran Zebrù, versante valtellinese del gruppo Oertles-Cevedale. Un’escursionista di 26 anni, Carla Sandra Bianchi, nata a Lovere, ma residente a Darfo Boario Terme, nel Bresciano, è morta ieri mattina dopo essere precipitata per oltre 600 metri sotto gli occhi del suo compagno di cordata, un sessantenne suo compaesano, rimasto a sua volta leggermente ferito e sotto choc per quanto accaduto. Secondo una prima ricostruzione i due avevano risalito il canale Pale Rosse, un passaggio difficile compiuto in cordata, e si apprestavano ad arrivare in vetta alla Cresta di Solda, che raggiunge i 3.800 metri di altitudine. Si sarebbero poi sganciati per proseguire l’ascesa. Improvvisamente, la giovane ha perso l’equilibrio, è scivolata ed è precipitata morendo sul colpo.

È stato il compagno di cordata, profondamente scosso per quanto avvenuto, a lanciare l’allarme. La cella del suo telefono cellulare è stata agganciata sul versante di Bolzano e così i primi a mettersi in azione sono stati i soccorritori altoatesini. Per la giovane, purtroppo, non c’era più nulla da fare. L’amico è stato recuperato con il verricello e trasportato a valle dove è stato preso in consegna dagli uomini del Soccorso alpino di Valfurva. La salma della ragazza è stata trasportata all’obitorio di Solda, in provincia di Bolzano. Neanche un mese fa, era il 19 maggio, due bergamaschi – Fernando Bergamelli, 55 anni Pradalunga, e l’ex ciclista professionista Oscar Cavagnis, 47 anni di Vertova – avevano perso la vita proprio al Gran Zebrù.