Bergamo, minacce e botte alle lucciole: arrestata banda di sfruttatori

Bergamo, sei stranieri in cella. L’indagine nasce dal tentato omicidio di un ivoriano di 31 anni, colpevole di aver importunato una ragazza

L'indagine dei carabinieri a Palosco (De Pascale)

L'indagine dei carabinieri a Palosco (De Pascale)

di Francesco Donadoni

Sembrava un incidente come altri. L’investimento di un pedone da parte di un automobilista che viaggiava a velocità sostenuta. Siamo nella notte del 2 settembre 2019, a Palosco, lungo la provinciale 573, zona di prostituzione. Un 31enne della Costa d’Avorio, D.Y., viene travolto da un’Audi A4 bianca. Nella ricostruzione qualcosa però non torna. Si scava a fondo e dalle indagini i carabinieri della Compagnia di Treviglio accertano che non si trattava di incidente, bensì un tentato omicidio. La vittima, infatti, era ritenuta responsabile di aver importunato una delle lucciole a cui l’investitore, un romeno, offriva protezione. Una condotta, quella del 31enne, non tollerata dal protettore che ha investito ripetutamente l’ivoriano con la macchina. Trasportato in gravi condizioni all’ospedale, l’uomo è stato ricoverato 70 giorni, di cui 50 in prognosi riservata a causa di ferite e lesioni gravissime alla colonna vertebrale, al bacino, a una gamba e alle costole. L’attività investigativa, grazie anche alla collaborazione di una delle ragazze, fatta con intercettazioni telefoniche e pedinamenti, ha permesso ai militari di scoprire un giro di prostituzione e chi lo gestiva. E ieri, alle prime luci dell’alba, i carabinieri dei Comandi provinciali di Bergamo e Brescia – in collaborazione con le unità specializzate dell’Ispettorato generale della polizia romena – hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti, cinque di nazionalità romena e uno albanese, considerati appunto i componenti di una banda dedita allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione nella Bassa Bergamasca: in particolare tra i Comuni di Palosco, Mornico al Serio e Calcinate. Cinque le ragazze identificate, quattro romene e una ucraina, tutte maggiorennti.

Il compito delle ragazze era uno solo: guadagnare. Altrimenti erano problemi: quando andava bene, se la cavavano con le minacce. Altrimenti erano botte. Ogni notte, la somma da garantire ai protettori era di almeno 300 euro. Alle poverette restava soltanto la differenza, spesso briciole. Cinquanta euro andavano a un albanese, 34 anni, residente a Romano di Lombardia, colui che “affittava” alle giovani le piazzole per prostituirsi. Altri 50 euro andavano al protettore che, oltre a doverle trasportare in strada, aveva appunto il compito di vigilarle. Altri 200 euro andavano a un secondo sfruttatore che aveva il compito di reclutarle nel Paese d’origine, spesso con la complicità delle famiglie. Tre degli arrestati sono stati fermati tra Romano di Lombardia, Rovato e Palazzolo sull’Oglio (Brescia). Gli altri in Romania.