Bergamo, la mensa ha riaperto dopo due anni: voluta da don Resmini per i fragili

Un regalo di Natale per gli uomini e le donne che vivono in condizioni di forte marginalità

La mensa 'Pasto caldo-Don Fausto Resmini' ha riaperto i battenti

La mensa 'Pasto caldo-Don Fausto Resmini' ha riaperto i battenti

Bergamo -  Un regalo di Natale per uomini e donne che vivono in condizioni di marginalità. Dopo oltre due anni di chiusura a causa delle restrizioni anti-Covid, la vigilia di Natale ha riaperto la mensa “Posto caldo-Don Fausto Resmini“, il prete che ha dedicato la sua vita agli “ultimi“, alle persone in difficoltà, portato via dal Covid 3 anni fa. La struttura accoglie uomini e donne senza fissa dimora per il pasto serale.

"Di fatto il servizio non si è mai interrotto - spiega don Dario Acquaroli, direttore del Patronato San Vincenzo di Sorisole - perchè abbiamo sempre distribuito i pasti, ma nei sacchetti, senza poter accedere nella mensa che abbiamo ottenuto in comodato gratuito dal Comune di Bergamo per i prossimi 5 anni". Ogni sera sono circa 130 le persone che possono cenare alternandosi in due-tre turni dalle 19. Si continueranno comunque a distribuire i sacchetti a chi non desidera entrare nel locale. All’interno ci sono foto e frasi di don Fausto che il sacerdote ha scritto sul tema della povertà, in modo che siano occasioni di ricordo per gli operatori, i volontari, gli ospiti e motivo di riflessione per tutti. "La mensa riapre - sottolinea don Acquaroli - con il desiderio di portare avanti quanto don Fausto ci ha lasciato". La mensa, aperta 365 giorni all’anno, è uno dei servizi che fanno parte di Esodo, l’iniziativa sostenuta dalla sinergia di enti quali Patronato San Vincenzo, Fondazione Don Resmini, cooperativa Mosaico, associazione In strada.

«I servizi vanno dalla mensa, alla presenza in strada con il camper, all’accompagnamento delle persone senza fissa dimora - prosegue don Dario -. Un servizio in cui la Chiesa di Bergamo crede fortemente". Il costo si aggira sui 350mila euro all’anno, finanziati per un quarto dal Comune e dal progetto Terre di Mezzo, per il resto dagli enti coinvolti e da offerte e donazioni. "Con la riapertura della mensa - spiega l’assessore alle Politiche sociali di Bergamo, Marcella Messina - viene restituito alla città un luogo di comunità ed integrazione, che risponde al tema della povertà sempre più importante, non solo in termini materiali, ma soprattutto relazionali".