Val Brembilla, medico lascia il paese: pazienti costretti a trasferte

Il sindaco: "Tante parole ma non si pensa a chi vive in montagna"

un medico di base

un medico di base

Disagi in vista per gli abitanti del Comune di Val Brembilla; da gennaio uno dei tre medici del paese andrà via e una parte dei cittadini resterà senza medico e sarà costretto a sceglierlo in un altro paese, con tutti i problemi che ne conseguono, soprattutto per gli anziani, malati e senza auto, che, in mancanza di soluzioni alternative, saranno costretti a difficoltosi spostamenti. La situazione preoccupa il sindaco di Val Brembilla, Damiano Zambelli, che se la prende con Ats.

«È un problema serio - sottolinea il primo cittadino - perchè contiamo 4.300 abitanti e servono quindi tre medici per coprirli. Come amministrazione comunale negli ultimi anni abbiamo fatto molti sforzi per aiutare i nostri medici: li abbiamo aiutati a trovare un luogo dove poter avere i tre ambulatori insieme e quindi risparmiare, forniamo loro servizi extra e abbiamo sviluppato progetti territoriali comuni. Alla luce di questi sforzi avremmo voluto vedere nell’ultimo bando di Ats per l’assegnazione degli inserimenti stabili dei medici per gli ambiti territoriali carenti di assistenza primaria, che su tre posti disponibili nell’ambito di cui il nostro paese fa parte, uno fosse obbligatoriamente previsto come ambulatorio a Val Brembilla. Invece non è presente e lo riteniamo inaccettabile". Il timore è che i pazienti del medico che da gennaio se ne andrà siano costretti a scegliere un medico fuori paese.

"Se il motivo per cui non è stata inserita l’obbligatorietà è che la strada per raggiungere Val Brembilla non è comoda per il dottore - prosegue il sindaco -, mi domando se si pensa che invece lo sia per i pazienti per andare a Zogno o in altri paesi. Abbiamo tante frazioni e non abbiamo trasporto pubblico. In questo modo si dimostra ancora una volta, anche da parte delle istituzioni, che la tutela della montagna è solo un buon proposito sulla carta. Come dovrebbero fare i nostri malati, anziani e sena auto, a raggiungere il medico?".Immediata la replica di Ats: "I professionisti che partecipano a un bando per l’assegnazione di ambiti carenti hanno, all’interno di un determinato ambito, piena libertà rispetto alla scelta del Comune dove aprire lo studio".