Medici bresciani in piazza contro la guerra

Medici bresciani e palestinesi si sono uniti in un presidio di solidarietà con la Palestina per chiedere di fermare l'inferno di Gaza, dove oltre 200 medici, infermieri e paramedici sono stati uccisi e 36 ospedali sono fuori servizio.

Medici bresciani in piazza contro la guerra

Medici bresciani in piazza contro la guerra

Fermare l’inferno di Gaza, a partire dagli attacchi agli ospedali. Questo hanno chiesto i tanti medici che hanno risposto all’appello di partecipare in camice o divisa al nuovo presidio di solidarietà con la Palestina, che si è tenuto ieri pomeriggio in piazza Rovetta. Diverse centinaia i partecipanti (400 secondo quanto riferito dalla rete di organizzazioni promotrici), tra cui diverse decine di medici bresciani e palestinesi, che hanno indossato il camice bianco. Le cronache dicono che, dal 7 ottobre, sono oltre 200 i medici, infermieri e paramedici uccisi da Israele nella Striscia di Gaza, con una trentina dei 36 ospedali praticamente fuori servizio, assieme a una cinquantina di centri sanitari di base e a decine tra ambulanze e mezzi sanitari, senza considerare l’occupazione manu militari di diversi nosocomi, come l’Al Shifa Hospital. Una testimonianza dal campo è stata portata anche da Giuditta Brattini, cooperante dell’associazione Gazzella Onlus e collaboratrice dell’associazione Fonti di Pace, rientrata pochi giorni fa dalla Striscia di Gaza. "La situazione, a partire da quella sanitaria, è allo stremo – ha raccontato -. Ho potuto vedere con i miei occhi ferite, legate all’uso della bomba al fosforo che brucia la pelle creando grande difficoltà di intervento. E poi tante amputazioni, che sono conseguenza della mancanza di attrezzature". Manca corrente, gasolio per i generatori. "Non c’è più la possibilità di curare le persone nelle sale di rianimazione, hanno dovuto staccare le incubatrici e 120 bambini stanno andando incontro ad una lenta agonia". "Ho il cuore spezzato - ha detto Donatella Albini, medica bresciana, che ora fa parte di rete di telemedicina per Gaza -. Sono 50mila le donne a Gaza che devono partorire e non sanno dove farlo, partoriscono tra le macerie". F.P.