Allarme della Direzione antimafia: anche a Bergamo infiltrazioni malavita organizzata

E la droga è in mano a gruppi stranieri

Controlli antidroga all'aeroporto di Orio al Serio

Controlli antidroga all'aeroporto di Orio al Serio

Bergamo, 17 febbraio 2019 - Anche la Bergamasca è interessata dalle infiltrazioni della ’ndrangheta, seppure siano «presenze non strutturate». Non solo. Per quanto riguarda lo spaccio di droga, il territorio orobico è dominato dai clan di etnia albanese. È quanto emerge dall’ultima relazione semestrale, relativa al periodo gennaio-giugno 2018, della Direzione investigativa antimafia (Dia). Un malloppo di oltre 500 pagine, con un capitolo dedicato alla Lombardia. Nella Bergamasca gli investigatori delineano «una consistente presenza della criminalità albanese, non di rado a composizione parentale, attiva nel traffico di sostanze stupefacenti». Una posizione di comando maturata grazie a una fitta rete sul territorio e a rapporti diretti con le altre organizzazioni straniere. E, fattore da non trascurare, per il mancato contrasto della criminalità italiana.

Come esempio viene citata l’operazione portata a termine l’8 marzo dai Finanzieri di Bergamo, che hanno arrestato cinque persone, albanesi e magrebini, che - seguendo la rotta Marocco-Spagna-Italia - avevano importato 313 chilogrammi di hascisc, sequestrati in due distinti blitz a Verdello e Antegnate. Sempre stando al rapporto della Dia, «vi sono state pronunce giurisdizionali che hanno confermato l’operatività di cittadini pakistani nell’attività di spaccio di eroina: il 23 gennaio, scrivono come esempio gli investigatori, il gip del tribunale di Bergamo ha condannato quattro cittadini pakistani che importavano grossi quantitativi di eroina purissima.

L’indagine dei Finanzieri di stanza all’aeroporto di Orio al Serio aveva permesso di sequestrare 1.800 grammi di eroina, che sul mercato avrebbe reso circa mezzo milione di euro. Lo scalo bergamasco era il luogo di arrivo e di partenza dei corrieri-ovulatori (ingerivano lo stupefacente in ovuli termosaldati). Ma questi, ovviamente, non sono gli unici episodi degni di nota. Il più recente (non contenuto nella relazione della Dia perché risalente a meno di un mese fa) riguarda l’arresto da parte delle Fiamme Gialle di tre pericolosi pluripregiudicati, due campani e un lombardo, uno con precedenti per associazione per delinquere di stampo mafioso, un altro condannato per omicidio, che avevano messo in piedi una presunta frode fiscale da 8 milioni di euro. I tre avrebbero fatto parte di una banda specializzata in estorsioni, rapine, spaccio di droga e ricettazione.