2009-11-08
UN PONTE non è solamente un manufatto che collega due sponde: non sempre si limita ad unire. Un ponte è anche un passaggio obbligato: un imbuto in cui, di necessità, convergono i viandanti che vogliano passare dall’altra parte. Un ponte può rappresentare il destino. Così è, ad esempio, per il ponte sul Tagliamento, a Casarsa: uno dei tre ponti della Delizia che danno il titolo all’ultima fatica letteraria del bergamasco Guido Cervo («I ponti della Delizia», Piemme, 20 euro).
Docente di diritto, Cervo è uno dei più quotati e bravi narratori italiani di quella generazione che si può definire degli epico-storici; e, finora, si era cimentato, con successo, solo con romanzi dedicati al mondo romano. Con quest’ultimo libro, pare aver intrapreso un nuovo cammino. Anche “I ponti della Delizia” è, peraltro, un autentico romanzo storico, nel senso che l’autore, caparbiamente e con puntigliosa ricerca, ha ricostruito l’esatto ambito geostorico in cui si svolgono le azioni dei suoi personaggi: i giorni ed i luoghi della ritirata di Caporetto. Tuttavia, Cervo non è un cronista: non si limita a muovere marionette meccaniche sul palcoscenico di una grande tragedia umana e militare. I suoi personaggi sono maschere: figure esemplari di una vita, che potrebbe essere la vita di ciascuno di noi.
Un nucleo tematico del libro è quello che ruota intorno ai destini di uno sparuto gruppo di fanti della Brigata Alessandria, sorpresi dall’attacco austrotedesco del 24 ottobre 1917 e costretti a ritirarsi dall’alto Isonzo al Tagliamento e oltre. A questa vicenda si affianca la storia di una giovane e bella vedova udinese: una maestra che si fa carico di una trovatella, portandola con sé, attraverso varie vicissitudini. Vite che si incrociano, sullo sfondo del grande dramma corale della disfatta. I soldati e la maestra si troveranno e viaggeranno insieme. Il ponte appare come un miraggio: la salvezza, la sicurezza e un po’ di pace attendono i superstiti di là dal fiume.
Opera di grande realismo e di gradevolissima lettura, “I ponti della Delizia” è un lavoro intelligente ed accurato, che sa essere esatto senza scadere nella pedanteria e che vale, certamente, qualche ora di piacevole lettura. Marco Cimmino