Bergamo, furti nelle case dei parroci: preso il ladro di elemosine

A Curno arrestato un 54enne che si era intrufolato nelle canoniche

La chiesa di Curno

La chiesa di Curno

Curno (Bergamo), 17 marzo 2018 - Uno “specialista” di furti e tentati furti nelle case dei parroci della Bergamasca e della Valtellina. È il ritratto di Gaetano Butera, 54 anni, di Lecco, pluripregiudicato con 10 pagine di precedenti penali, che giovedì mattina, intorno alle 11, dopo aver sfondato il vetro di una finestra, si è introdotto nell’abitazione del parroco di Curno, don Alberto Maffeis, 53 anni, in quel momento assente perché impegnato a tenere una lezione di teologia al Seminario di Bergamo, e si è impossessato di 110 euro in monetine.

Le sue mosse sono state però notate da un vicino di casa del religioso, che ha provveduto immediatamente ad avvertire i carabinieri della locale stazione. I militari comunque stavano già per raggiungere via Abruzzi, in quanto la casa parrocchiale - che con quello di giovedì ha subìto sei colpi negli ultimi sette anni - è collegata con un allarme alla caserma. In un primo momento il 54enne ha cercato di sottrarsi alla cattura, nascondendosi sotto il terrazzo dell’abitazione. Ma è stato subito stanato e arrestato dai militari, che avevano circondato l’intero stabile.

Da accertamenti successivi, è emerso che Butera non poteva lasciare Lecco, in quanto gravato dalla misura dell’obbligo di dimora nella cittadina lacustre, proprio a causa di un colpo simile a quello tentato giovedì, avvenuto a Sondrio il 7 gennaio scorso, quando si era introdotto nell’abitazione del parroco per rubare pochi spiccioli. Anche in quell’occasione, però, gli era andata male ed era finito in manette.

Ieri mattina, al termine del processo per direttissima, celebrato davanti al giudice del tribunale di Bergamo Stefano Storto, Butera, difeso dall’avvocato Gianni Calvosa, ha patteggiato una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per tentato furto, che sconterà agli arresti domiciliari, nella casa del fratello residente a Lecco. Il pregiudicato, che è stato condannato anche a pagare una multa di 700 euro, ha ammesso di essere penetrato all’interno della casa di don Maffeis. «Non ho un lavoro stabile - si è giustificato l’uomo - ed ero alla ricerca di un po’ di soldi».